La soluzione è stata adottata in Germania, a Neukirchen, dove un terreno di circa 60 mila mq che veniva utilizzato per lo smaltimento di acido di catrame e dunque caratterizzato da un forte tasso di inquinamento, è stato recuperato e impiegato come sito per un impianto fotovoltaico da 2,7 MW.
L'intervento di bonifica del terreno è stato portato a termine nell'arco di un quindicennio in base alle disposizioni congiunte del governo federale tedesco e del Land di Sassonia. La bonifica è stata operata dalla ditta Baufeld Oel GMBH con sede a Monaco di Baviera. La Baufeld ha impiegato l'acido di catrame estratto dal sito, trasformandolo in carburante secondario da utilizzare in centrali elettriche a carbone. La parziale bonifica del terreno operata, non tutte le sostanze nocive presenti sono difatti state rimosse, ha permesso alla ditta tedesca di recuperare il terreno a determinati usi consentiti dallo stato della bonifica effettuata, e così questo è stato dato in affitto per un periodo di venti anni, con diritto di opzione sul rinnovo, alla società K&W Natural Energy, che su esso ha poi realizzato l'impianto.
L'impianto, realizzato in tempi record (si parla di poche settimane a partire dalla fine di novembre dello scorso anno) consta di 11.050 moduli fotovoltaici, ciascuno dei quali dotato di una potenza di 250 W, prodotti dalla Hanwa Solar One, leader mondiale nel settore del fotovoltaico.
Tuttavia la perdurante presenza nel terreno di contaminanti ha impedito in alcune parti dell'impianto l'ancoramento degli stessi moduli attraverso la pratica di fori nel terreno, pratica ritenuta rischiosa per la salute. La soluzione adottata è stata quella di allestire e predisporre una sorta di pavimentazione in cemento. In tal modo è stato realizzato una sorta di isolamento del terreno ancora contaminato. È stato così possibile ancorare i moduli alla pavimentazione in cemento, evitando di operare direttamente sul terreno.