Questo rischia di essere un brutto inverno per le famiglie italiane già attanagliate dai morsi della crisi economica; purtroppo, tanto per cambiare, piove sul bagnato.
Sul fronte della bolletta energetica il 2012 si era aperto male e rischia di finire peggio: la spesa per la famiglia italiana in gas e riscaldamento, con gli aumenti deliberati dall'Autorità per l'Energia e in vigore da ottobre, sfiora i 1300 euro annui, ed è bene ricordarlo si tratta di una spesa media, chi ha necessità di scaldare di più o per più tempo perchè ha in casa bambini piccoli o anziani può arrivare a spendere molto di più. Le strategie per ridurre la spesa per il riscaldamento sono sostanzialmente due ossia quelle basate sulla riduzione dei consumi e quelle che puntano sull'utilizzo di fonti energetiche più a buon mercato.
La via della riduzione di consumi può essere perseguita a sua volta in diversi modi, a partire da una produzione del calore più efficiente, ad esempio sostituendo la propria caldaia con una a condensazione, per arrivare a un'ottimale conservazione del calore prodotto attraverso il raggiungimento dell'efficienza energetica dell'alloggio ottenuta migliorandone la coibentazione e/o l'isolamento.
Sull'altro versante, ossia quello dell'utilizzo di fonti energetiche meno costose un posto importante è ricoperto dalle biomasse e in particolare di talune biomasse vegetali. Probabilmente anche la maggioranza di coloro che non hanno la minima idea di cosa siano le biomasse ne ha comunque avuto esperienza: appartiene infatti a questa categoria una fonte di energia che l'umanità ha utilizzato sin dai suoi albori: la cara vecchia legna. Nonostante questo combustibile mantenga un'indubbia economicità, ha però alcuni intrinseci svantaggi (ingombro, difficoltà di movimentazione, necessità di accensione manuale, scarsa programmabilità che ne limitano l'utilizzo).
Viceversa un suo derivato, ossia il pellet, sta ottenendo sempre più vasta diffusione in quanto in grado di combinare al risparmio sul prezzo d'acquisto una versatilità comparabile a quella dei combustibili liquidi o gassosi. Venduto generalmente in sacchi da 10 o 15 kg oppure stoccabile anche in cisterne o serbatoi il pellet (la distribuzione del prodotto sfuso a mezzo cisterne è particolarmente diffusa in Austria, Francia e Germania mentre da noi stenta a prendere piede), unisce un'accettabile livello di praticità e una buona standardizzazione della qualità del prodotto (in particolare per i prodotti certificati). Ovviamente esistono anche aspetti meno brillanti: come in tutti i mercati e particolarmente in quelli in rapida espansione esistono operatori economici più o meno affidabili, e il voler puntare al risparmio a tutti i costi può portare a imbattersi, come le recenti cronache riportano, in veri e propri truffatori.
Inoltre, come ogni combustibile solido, le stufe o caldaie a pellet richiedono adeguata canna fumaria (su questo ovviamente gli imbonitori televisi, ma non solo loro, spesso glissano) e pulizia frequente.
In conclusione quindi risparmiare sul riscaldamento, ma occorre di certo operare scelte ponderate, in base alle proprie esigenze, al proprio budget, e ai vincoli che possono sussistere localmente.