L'11 febbraio 2013, l'Epia, l'Associazione Europea dell'Industria Fotovoltaica, ha emesso un comunicato stampa per presentare i primi dati relativi all'andamento del mercato del 2012 degli impianti ad energia solare.
Malgrado le previsioni avessero prospettato un aumento più consistente rispetto ai risultati registrati, l'anno si è chiuso positivamente: nonostante le difficoltà di mercato e le incertezze normative in materia sono stati, infatti, installati impianti per 30 GW, arrivando ad un totale di 101 GW di potenza installata nel mondo. Un risultato che uguaglia il record che era stato già del 2011.
Il fotovoltaico nel mondo oggi genera elettricità come 16 grandi centrali a carbone da 1 GW di potenza ciascuna ed evita l'immissione in atmosfera di 53 milioni di tonnellate di CO2 l'anno.
I dati sono preliminari, in attesa del rapporto definitivo "Prospettive di mercato globale per Fotovoltaico 2013-2017" che verrà pubblicato in aprile-maggio e si prevede che i 30 GW rilevati aumenteranno di ulteriori 1-2 GW.
Elemento rilevante sono i nuovi riferimenti geografici dei potenziali acquirenti. Vi è stato un passaggio importante verso un mercato più globale. 13 GW sui 30 di nuova potenza sono, infatti, stati installati al di fuori dell'Europa, in paesi che l'anno precedente avevano pesato soltanto per 8 GW. L'Europa di conseguenza scende dai 23 GW del 2011 ai 17 GW dell'anno appena trascorso. Ciò da precise indicazioni sugli investimenti dell'industria fotovoltaica europea nel prossimo futuro.
In Europa Germania, Italia e Francia si confermano essere le piazze più forti con rispettivamente 7,6 GW, 3.3 GW e 1,2 GW.
Recuperano mercato la Cina (con almeno 3,5 GW, ma forse anche 4.5 GW), gli Stati Uniti (3,2 GW) e il Giappone (2,5 GW).
La Cina quindi sorpassa l'Italia e diventa secondo mercato mondiale dopo la Germania.
I dati sono confermati anche dalla società di consulenza americana Lux Research, che ha di recente pubblicato un report a riguardo. Il documento presenta una panoramica per i futuri investimenti nel fotovoltaico, rilevando come, a fianco dei mercati storici come USA, Europa, Giappone e Cina sia necessario allargare l'attenzione anche ad America latina, Medio oriente e Africa.