Gli addetti ai lavori del fotovoltaico lanciano l'allarme sul Quinto Conto Energia, attivo da oggi. Il fondo per il finanziamento agli impianti di produzione di energia elettrica rinnovabile prevede un tetto massimo di 6,7 miliardi di spesa all'anno. Troppo poco, secondo i circa 90 mila lavoratori del settore.
I dubbi sui nuovi incentivi erano già stati espressi nei mesi scorsi, quando si temeva che il Conto fosse esaurito prima ancora di entrare in vigore. Per scongiurare il prosciugamento dei fondi, il governo ha disposto un ulteriore plafond da 700 milioni di euro per i nuovi impianti.
"Il rischio - afferma Tommaso Lascano, presidente di Punto Fotovoltaico, una delle società leader del settore in Italia - è che i finanziamenti distribuiti raggiungano in poche settimane il plafond dei 700 milioni e che a quel punto vengano bloccati i nuovi impianti, mettendo in crisi aziende e installatori". Diversi operatori del settore scommettono che i fondi verranno terminati prima di Natale.
Dal governo nessuna rimodulazione della normativa. Il totale degli incentivi a disposizione è stato ridotto per non gravare eccessivamente sulla spesa pubblica (oltre 9 miliardi all'anno nel 2011) e sulle tasche dei cittadini. Infatti, il fondo si finanzia con una percentuale prelevata dalle bollette della luce.
Il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera ha ribadito la linea dell'esecutivo: gli impianti di produzione fotovoltaici devono arrivare al più presto possibile alla cosiddetta grid parity, ovvero devono rapidamente giungere alla condizione di potersi mantenere senza l'intervento degli incentivi pubblici.
Il problema è che nella stessa normativa, pensata per lo sviluppo delle rinnovabili, sono contenuti dei vincoli al raggiungimento della loro piena autonomia economico-produttiva. "Il governo ci deve mettere in condizione di arrivarci alla grid parity", critica Vincenzo Quintani, uno dei responsabili di Gifi, l'associazione di categoria legata a Confindustria. "Per esempio deve spiegarci perché non è possibile per una impresa che ha messo dei pannelli su un tetto vendere energia elettrica ai suoi vicini: altrimenti come è possibile diventare autonomi economicamente?".
Anche l'Unione Europea è intervenuta in merito, evidenziando appunto la complessità delle regole e dell'iter burocratico per accedere ai fondi. Il Commissario per l'Energia Gunter Ottinger ha affermato che le nuove norme "renderanno difficile se non impossibile per i produttori accedere ai finanziamenti per i propri progetti".