In base a una nuova ricerca dell'Eurostat si è accertato, che il costo dell'energia elettrica per le imprese italiane è il più caro d'Europa. In pratica ogni azienda nel nostro paese paga ben 1380 euro di luce in più rispetto ai colleghi europei. Un confronto impari per quelle aziende di dimensioni medio piccole che utilizzano tra i 500 e 2000 megawatt/ora, e imprese grandi e medio grandi, che consumano tra i 20 mila e i 70 mila megawattora ogni anno.
La tariffa applicata è di 17,90 centesimi per Kilowattara nel primo caso, e 12,39 centesimi per il secondo. Diventando di fatto il prezzo più alto di tutta Europa. Nello specifico tra le regioni italiane che determinano involontariamente a questa disparità, è la Lombardia con 2.025 milioni di euro di spese per l'energia aggiuntive, al secondo posto il Veneto con 920 milioni di euro, terzo il Piemonte a 779 milioni euro e l'Emilia Romagna a 766 milioni di euro.
Il costo eccessivo della bolletta energetica in Italia può essere spiegato in virtù di due fattori determinati: la lentezza nel produrre fonti rinnovabili, e in parte aver rinunciato al nucleare. E' noto infatti come la maggior parte del nostro fabbisogno energetico dipenda dall'estero.
Purtroppo neppure la liberalizzazione del mercato energetico predisposta dal decreto Bersani nel 1999, ha portato benefici alle aziende del nostro paese. Secondo quanto analizzato da Francesco Gulli dell'Università Bocconi ha rivelato come le tariffe elettriche, sarebbero diminuite nel quadriennio antecedente le liberalizzazioni, e nel decennio seguente aumentare. Infine, c'è un altro dato da non sottovalutare: è stato dimostrato come il costo dell'energia elettrica in Italia sia sensibile all'aumento del prezzo del petrolio.