Capita spesso di non essere soddisfatti dell’operatore con cui è stato firmato un contratto per l’erogazione di energia. Capita un po’ meno spesso di cambiarlo, nonostante tutti i problemi che ci può causare: dal costo elevato all’inefficienza del servizio. Ma è arrivato il momento di fare un salto di qualità e di informarsi sui prodotti Eon, GDF Suez, Enel, Eni e sui migliori operatori di energia, per riuscire finalmente ad avere un buon servizio ad un prezzo ragionevole e soprattutto vantaggioso.
Perché mettere le tariffe di energia a confronto è uno dei sistemi migliori per trovare l’operatore più conveniente. Dall’ultimo rapporto dell’Acer (l’agenzia europea degli enti regolatori di energia), però, emerge che gli italiani hanno un tasso di cambio del gestore di energia, e in particolare dei fornitori di gas ed elettricità, che è pari al 5%, ovvero un punto sotto la media dei 28 paesi dell’Unione Europea.
Secondo il market monitor di Acer la distanza dell’Italia dagli altri paesi europei è notevole, ma ci sono delle valide ragioni. In Belgio e Norvegia, ad esempio, la competizione tra gli operatori di energia è più spinta, e il tasso di cambio utenze è del 15%. In Portogallo, poi, l’anno scorso l’energia è stata liberalizzata, fatto che ha spinto una famiglia su quattro a cambiare operatore.
Ma oltre a questo, perché gli italiani rimangono fedeli ai loro operatori? Uno dei motivi di questa scelta potrebbe essere legato, almeno in parte, ai vincoli connessi con il cambiamento o alle procedure poco trasparenti che si devono seguire quando si decide di cambiare gestore. Un aspetto che invece può pesare in modo più consistente è l’impegno richiesto per portare a termine il passaggio da un’utenza ad un’altra. Non bisogna dimenticare poi le voci non comprimibili che influiscono non poco sui costi dell’energia: gli oneri di sistema gravano con il 50% sulla spesa complessiva.
Infine, la concorrenza nel settore dell’energia è piuttosto frenata: in primis gli italiani che nel 2013 hanno deciso di cambiare gestore di energia elettrica sono stati solo il 3,8% della popolazione totale, mentre sono stati un po’ di più gli italiani che hanno deciso di cambiare le utenze del gas: 5,8%. Stiamo parlando del settore domestico, sia chiaro. Poi l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha calcolato che il 27% delle famiglie italiane ha abbandonato il mercato di maggior tutela per passare al privato.