La KiteGen Research, un'azienda italiana che da alcuni anni porta avanti la tecnologia dei generatori eolici di energia d'alta quota, ha presentato al Ministero dello Sviluppo economico la proposta di rilevare lo stabilimento Alcoa di Portovesme.
La proposta formulata prevede di alimentare gli stabilimenti con un 100% di energia eolica troposferica, di acquisire lo stabilimento ma a condizioni equivalenti a quelle messe sul tavolo delle trattative dal ministro: convertire le sovvenzioni previste per l'abbattimento dei costi energetici in capitale di avviamento.
Secondo KiteGen Research, gradualmente, tutti i 2.300 GWh consumati annualmente da Alcoa potrebbero essere prodotti in loco da una serie di fattorie del vento troposferico ad altissima densità energetica territoriale, con una occupazione di territorio sardo di circa 1 kmq per ciascuna farm. Quattro fattorie del vento da 150 MW ciascuna basterebbero e avanzerebbero a coprire i 300MW necessari alla produzione di alluminio primario nello stabilimento Alcoa, basandosi su una disponibilità annua di oltre 5.000 ore di vento troposferico.
Tutto ciò, continua KiteGen, permetterebbe di continuare la produzione risparmiando notevolmente sui costi dell'elettricità. Gli attuali possibili acquirenti di Alcoa, Glencore e Klesch, chiedono, per la sostenibilità del piano industriale, una fornitura di elettricità a 25 euro a MWh ed in più circa 30 milioni di euro per i lavori di efficientamento energetico dello stabilimento.
Se si considerano, inoltre, anche i costi derivanti dalla necessità, per Alcoa alimentata a fonti fossili, di acquistare diritti di emissione (Emission Trading System), con la conversione al 100% dell'azienda che utilizza energia da fonti rinnovabili, l'operazione industriale frutterebbe, per la produzione eolica degli aquiloni, un diritto a circa 300 milioni di allowances (le quote per lo scambio con le emissioni di CO2) equivalenti, del valore economico di diversi miliardi di euro.
Per ottenere tutto ciò sono necessari alcuni investimenti per circa 55 milioni di euro ed il tempo di costruzione previsto in due anni e mezzo circa; l'Unione europea ha un fondo da 1,3 miliardi di euro per i progetti innovativi destinati ad abbattere le emissioni di CO2 dal quale poter attingere per avviare il progetto i cui benefici effetti sarebbero a vantaggio di tutta la collettività dal momento che tutti gli utenti, in bolletta, si trovano a dover pagare la quota prevista dalla Legge salva-Alcoa.