Come definito nel decreto sulle liberalizzazioni "Cresci Italia", la separazione di Eni e Snam è stata resa ufficiale. Con qualche giorno di anticipo rispetto alla scadenza di fine mese, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministero dello Sviluppo Economico, insieme con il Ministero dell'Economia e delle Finanze e consultata l'Autorità per l'energia elettrica e il gas, ha varato il DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) che definisce modalità e termini della separazione proprietaria di Snam Spa da Eni Spa.
Con questa operazione, Eni, il maggior fornitore di gas nel Paese, perderà la proprietà dei tubi che trasportano il gas metano in Italia. Il DPCM, infatti, stabilisce che, entro 18 mesi la Cdp (Cassa Depositi e Prestiti), assuma da Eni almeno il 25,1% della sua partecipazione a Snam, che attualmente corrisponde al 52%. Inoltre, entro la stessa data, Eni dovrà collocare il resto sul mercato, con procedure "trasparenti e non discriminatorie".
La perdita della proprietà di Snam da parte di Eni costituisce un evento "storico" nel mercato dell'energia nazionale. Come ha sottolineato negli interventi delle scorse settimane l'amministratore delegato della società del Cane a sei zampe, Paolo Scaroni, "Snam è all'origine di Eni, era nata da Mattei che è stato il primo a credere nel gas e il primo a creare i metanodotti in Pianura Padana. Sicuramente Snam è all'origine di Eni, anzi per molti anni, negli anni '90, Eni è stata in piedi grazie a Snam". Si tratta, dunque, "di una cessione forzata di un pezzo della nostra storia che non lascia indifferenti né il sottoscritto né le 80mila persone che lavorano all'Eni". Tuttavia, ha precisato Scaroni, "Eni si adeguerà" a quanto previsto nel DPCM.
Con il decreto, quindi, la società passa al controllo delle Cassa Depositi e Prestiti, completando in questo modo il processo di liberalizzazione del mercato del gas in Italia. Con questa cessione alla Cdp, si mira a garantire il mantenimento di un "nucleo stabile nel capitale" di Snam, che permetta lo sviluppo e la crescita di un'attività per la tutela dei servizi pubblici della società stessa.
Il Governo ha tenuto a precisare che "la separazione proprietaria e decisionale di Snam è assicurata da specifici meccanismi di governance, in coerenza con la normativa comunitaria, sia nei confronti di Eni che di altri produttori e/o fornitori di gas ed elettricità". Il Governo ha anche sottolineato che il provvedimento "pone le basi per lo sviluppo di un operatore di rete gas forte, finanziariamente e tecnicamente, per sviluppare i significativi investimenti infrastrutturali necessari al Paese; indipendente, per garantire la piena terzietà di accesso al mercato; stabile, perché dotato di un assetto capace di garantire continuità di strategia di lungo periodo".
Sulla questione più sentita per i consumatori, cioè su un possibile abbassamento della bolletta gas in seguito alla separazione, l'amministratore di Eni, però non ha saputo dare risposte certe: "Io non so rispondere, questa domanda fatela ai nuovi proprietari di Snam quando ci saranno".