Un'analisi dell'Autorità per l'energia e il gas pubblicata ieri, 26 agosto, rivela che la liberalizzazione del mercato dell'energia nel nostro Paese viaggia a due velocità. Mentre il settore dell'energia elettrica è già positivamente aperto alla concorrenza, in quello del gas il libero mercato stenta a decollare.
I dati diffusi indicano che nel settore elettrico, a tre anni dalla completa apertura del mercato per tutti i consumatori, avvenuta il 1°luglio 2007, oltre 3,2 milioni di famiglie e 1,2 milioni di piccole aziende hanno già cambiato fornitore scegliendo tra le diverse offerte a disposizione; in percentuale circa 11,2% del totale delle famiglie e il 16,1% del totale delle aziende hanno scelto il mercato libero dell'energia elettrica. Cambi di fornitore, in gergo "switching", che sono aumentati del 4% nell'ultimo anno.
Nel settore del gas naturale, ancora poco efficiente e in forte ritardo nello sviluppo della concorrenza e delle infrastrutture, i cambi di fornitore sono minori. Nonostante la completa apertura del mercato sia avvenuta prima di quella dell'energia elettrica, nel gennaio del 2003, ha scelto il mercato libero solo il 4% delle famiglie che, sommato con la percentuale delle aziende, non supera il 7%.
La forte asimmetria fra i due mercati è dovuta, secondo l'Autorità, alla presenza nel settore del gas di un operatore dominante (l'Eni), che controlla il 92% delle infrastrutture di import e il 65% delle immissioni sul mercato nazionale. Nel settore elettrico, invece, la quota dell'Enel si è ridotta al 30% e sul mercato sono entrati nuovi operatori, che hanno aumentato anche la capacità di produzione di energia.
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