Sui tetti delle case o degli stabilimenti industriali è facile osservare la presenza di installazioni solari. Il fotovoltaico è diventato anche per l'Italia una tecnologia familiare, presente anche in grandi distese di terra. Siamo ormai prossimi a una produzione nazionale che si avvicina ai 17 GW di potenza installata, pari a quanto produrrebbero ben 17 centrali nucleari. Addirittura, le centrali a turbogas oggi funzionano a potenza ridotta della metà durante il giorno.
La sviluppo avutosi negli ultimi anni è stato davvero impressionante, specie se si pensa che solo sette anni fa, il contributo del solare era prossimo allo zero sulla scala energetica nazionale. Questo boom di installazioni sul territorio si sono avute grazie al Conto energia fotovoltaico, ovvero il sistema di incentivi statali che hanno assicurato la crescita e diffusione del solare. Questo periodo, che ha visto il succedersi di cinque conti energia, ha portato oltre alla nascita di un'importante filiera industriale, anche alla creazione di circa 100 mila posti di lavoro, soprattutto nei settori di progettazione e installazione.
Oggi, con le novità introdotte dal Governo e il limite di spesa per il fotovoltaico a 6,7 miliardi di euro (al raggiungimento dei quali si esaurisce il Conto energia), il settore corre il rischio di fermarsi dopo pochi primi mesi del 2013, ovvero, una volta che non ci saranno più sovvenzioni statali disponibili. Tutto ciò si traduce non solo in un completo collasso del settore, ma anche in costi di generazione di energia elettrica. Infatti, perché l'installazione di pannelli solari sia ancora conveniente, il costo di generazione dell'elettricità dovrebbe essere perlomeno pari a quello dell'energia prelevata dalla rete.
Ciò che le associazioni di categoria si augurano è una forma di incentivo ulteriore simile alle detrazioni fiscali del 55% per l'efficienza energetica, che permetterebbero al settore di non collassare, oltre a un rapido ammortamento delle spese sostenute per l'installazione di un impianto.