Il tema relativo alla produzione dell'energia costituisce sempre un argomento di grande attualità. In particolar modo, il dibattitto in merito all'energia nucleare in Italia, rappresenta da decenni occasione di grandi confronti e scontri sia a livello nazionale che locale. Come è noto, l'incidente di ?ernobyl del 1986 portò a indire in Italia l'anno successivo tre referendum nazionali sul settore elettronucleare. In tale consultazione popolare, circa l'80% dei votanti si espresse a favore delle istanze portate avanti dai promotori.
I tre referendum non vietavano in modo esplicito la costruzione di nuove centrali, né imponevano la chiusura di quelle esistenti o in fase di realizzazione, ma si limitavano ad abrogare i cosiddetti "oneri compensativi" spettanti agli enti locali sedi dei siti individuati per la costruzione di nuovi impianti nucleari, nonché la norma che concedeva al CIPE la facoltà di scelta dei siti stessi in presenza di un mancato accordo in tal senso con i comuni interessati, e a impedire all'Enel di partecipare alla costruzione di centrali elettronucleari all'estero. Ad ogni modo, da quel momento la produzione di energia nucleare sul territorio nazionale venne radicalmente abbandonata. Nel 2011 gli italiani furono richiamati alle urne per un nuovo referendum abrogativo sul nucleare: anche in quella occasione la maggioranza si espresse a sfavore del rilancio di un nuovo piano nucleare.
Le ultime dichiarazioni in ordine temporale, circa la riapertura di un programma nucleare per uso civile, provengono dall'attuale presidente della commissione Agricoltura del Senato Roberto Formigoni, il quale suggerisce di riconsiderare in termini seri la problematica. ''Ormai abbiamo deciso di essere contrari, attraverso un referendum. Però tutti i Paesi ci stanno riflettendo'', ha spiegato a Radio2 per "Un Giorno da Pecora". Secondo l'ex Governatore della Lombardia, "E' una questione di sicurezza […] l'energia nucleare è la più pulita, questo lo sappiamo. Non inquina, non sporca, non spreca, è la meno costosa. Ma vanno messi in atto tutti quei procedimenti di sicurezza che sono necessari e che sono ottenibili attraverso il nucleare di quarta generazione''. E poi prosegue: ''Le centrali di quarta generazione sono ultrasicure. E quindi una volta passata l'ondata di paura generata da Fukushima e manifestata nel referendum, nei prossimi due o tre anni si potrà riaprire un dibattito serio e credo si dovrà tornare''.