Gli scettici dell'energia rinnovabile se ne facciano una ragione: se sufficientemente sviluppato, l'eolico basterebbe a soddisfare l'intero fabbisogno energetico mondiale. È la conclusione di uno studio pubblicato sull'autorevole rivista scientifica Nature, nella sezione Climate Change, dedicata appunto alle ricerche sui cambiamenti climatici.
Gli scienziati che hanno studiato il caso sostengono che, ovviamente, non è possibile ricoprire tutta la superficie del pianeta con le pale eoliche, e del resto non sarebbe necessario. Gli attuali ostacoli geofisici all'installazione delle pale possono essere superati con turbine e aquiloni sospesi in aria, oltre che con gli impianti off-shore, già abbastanza diffusi.
Questo consentirebbe di produrre energia in una quantità 100 volte superiore rispetto a quella ottenuta oggi con i classici campi eolici a terra. L'energia massima ricavabile dal vento, secondo lo studio, sarebbe di 2200 TW. Dai soli impianti off-shore e dalle turbine sospese ne deriverebbero 1800.
Il fabbisogno mondiale, stimato oggi in 18 TW, sarebbe pienamente coperto. Anzi, sostengono gli autori dell'articolo, i calcoli dimostrano che l'eolico sarebbe la fonte rinnovabile su cui puntare per provvedere alle sempre maggiori esigenze energetiche del pianeta. Il vero limite dell'eolico non sarebbe, quindi, l'ingombro delle pale sul territorio, né la scarsa quantità di energia prodotta, bensì solo la volontà politica per realizzarlo. Eppure, l'opinione pubblica mostra una notevole apertura verso questo tipo di tecnologia, tanto che sia in Europa sia in Italia la produzione di energia eolica è in crescita.
Ma davvero si è trovata la panacea di tutti i mali energetici del pianeta? Non proprio. Sfruttare in maniera massiccia il vento, ammettono gli studiosi, ne diminuisce la l'intensità a scapito dell'equilibrio dell'atmosfera e della quantità di piogge. Le conseguenze sarebbero dunque un assottigliamento dell'atmosfera e un lieve innalzamento della temperatura, con ricadute potenzialmente negative sull'agricoltura. Ma, rassicurano i ricercatori, i livelli attuali del fabbisogno energetico potrebbero essere raggiunti senza provocare ancora nessuno squilibrio.