Eni gas e luce cambia nome e diventa Plenitude da lunedì 7 marzo. Con questa scelta l’azienda fondata nel 1953 e presieduta dall'ingegnere Enrico Mattei fino al 1962 inizia oggi un nuovo viaggio verso la transizione ecologica. Plenitude è la nuova società che andrà a integrare molti ambiti nel mercato: produzione da rinnovabili, la vendita di gas e luce, i servizi energetici e una rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. La sfida di Plenitude è appena cominciata e sarà dunque, come definito dalla società stessa “l’avamposto green di Eni” in quel lento e inesorabile percorso verso la transizione ecologica.
Eni gas e luce cambia nome e diventa Plenitude verso la transizione ecologica
Plenitude accoglierà in pancia la grande eredità di Eni gas e luce con la distribuzione di corrente e gas metano per famiglie e aziende ma espanderà il proprio business in maniera organizzata anche verso le nuove frontiere della modernità.
In particolare con la controllata BeCharge si occuperà di aumentare i punti di ricarica per veicoli elettrici dai 6.500 attuali a oltre 27mila punti di ricarica previsti entro il 2025 e oltre 31.000 entro il 2030 in Italia e in Europa.
Altro asset importante per l’azienda è quello della produzione di impianti per energia rinnovabile, in particolare eolico e solare. Grazie a Evolvere, già acquisita nel 2020 da Eni gas e luce, Plenitude è in grado di competere anche nel mercato dei piccoli impianti domestici per autosussistenza o per partecipare alla produzione e messa in rete di energia pulita.
Plenitude ha già oltre 10 milioni di utenze attive nel retail in tutta Europa e una potenza installata pari a 1,1 Gigawatt di capacità rinnovabile in esercizio e ha l'obiettivo di raggiungere oltre 6 Gw installati al 2025 e oltre 15 Gw al 2030 per poi arrivare al 2050 con 60 Gw installati completamente da energia rinnovabili e arrivare così alla “neutralità carbonica”.
Eni diventa Plenitude, l'amministratore delegato Claudio De Scalzi: 'Unione tra retail e rinnovabili rappresenta un business di eccezione'
Il 22 novembre 2021, durante i Capital Markets Day, era stata presentata ufficialmente l'IPO dall'amministratore delegato Claudio De Scalzi che aveva commentato il nuovo progetto: "Puntiamo a diventare leader nella produzione e commercializzazione di prodotti completamente decarbonizzati e questa IPO è un passo importante verso l’obiettivo".
L'importanza della storia di Eni, soprattutto quando era soggetto pubblico fino al 1992, si ripercuote nel futuro di Plenitude, dove la società cerca di guidare la transizione ecologica in Italia, ancora De Scalzi: "La transizione energetica è prima di tutto una sfida tecnologica. Lo sviluppo e la rapida implementazione da parte di Eni di tecnologie proprietarie ha creato un vantaggio competitivo nel nostro settore".
L’IPO di Plenitude dovrebbe avvenire entro la fine del 2022 e per ora coinvolge diverse banche - tra cui Goldman Sachs Group, Credit Suisse e Mediobanca, che dovrebbero guidare la quotazione in borsa del gruppo italiano. Eni prevede di raccogliere 2,3 miliardi di euro per una azienda che è valutata attorno ai 10 miliardi di euro.
Anche visivamente è palese il cambio di rotta di Eni gas e luce che con Plenitude cerca di abbracciare una nuova filosofia nei servizi energetici restando ferma nel suo passato di multinazionale dell'energia. Lo storico logo con il cane a sei zampe e muso rivolto all'indietro non sprigiona più fiamme ma il simbolo di un sole e ha assunto una tonalità vicina al verde, colore simbolo della natura e della nuova economia green.