Le nuove tariffe aumentano i costi per le famiglie e sono convenienti per gli operatori, serve più concorrenza nel settore.
Le nuove tariffe biorarie, entrate in vigore il primo luglio, non permetteranno alcun risparmio per le famiglie italiane, ma un aumento tra il 5 e il 7% dei costi in bolletta. A lanciare l'allarme è Supermoney, il primo portale italiano dedicato al confronto delle tariffe. "La bioraria è stata presentata come una possibilità di risparmio - spiega Andrea Manfredi, amministratore delegato di Supermoney - ma in realtà queste tariffe porteranno ad un aumento medio delle bollette; il pareggio dei conti, o addirittura un beneficio, sarà riservato ad una piccola nicchia di consumatori".
Le tariffe biorarie prevedono dei prezzi superiori per l'erogazione dell'energia elettrica dalle 8 alle 19 dei giorni feriali, e più bassi la sera e nei weekend. "Numeri alla mano, risparmieranno solo pochi utenti - continua Manfredi - i single professionisti che non passano tempo in casa o le coppie senza figli con due lavori a tempo pieno".
Alla base di questa analisi ci sono i dati di consumo energetico degli italiani, così come identificabili dal sito AEEG (l'Autorità Garante per l'Energia). Una famiglia media di quattro persone consuma circa 3.500 kWh, di cui 400 per il forno elettrico, 300 per la lavastoviglie, 400 per il congelatore, 200 per la lavatrice, e non meno di 240 per il condizionatore (ma in questo periodo i tempi di utilizzo si allungano non poco). Prima dell'ingresso della bioraria, secondo una stima Supermoney, si poteva stimare un uso di circa il 70% dell'energia nella fascia "alta" e di circa il 30% la sera ed il weekend.
Con un comportamento accorto, usando lavatrice e lavastoviglie sempre di sera, si può arrivare al 60% durante il giorno ed il 40% la sera e nei weekend. Ma il forno per mangiare, il frigo, il congelatore e il condizionatore rimangono in funzione. Non è certo possibile far da mangiare a mezzanotte per il giorno dopo o stirare sempre dopo cena.
Le conseguenze per il consumatore sono presto dette: chi cerca di adeguarsi senza stravolgere le proprie abitudini, ci rimette circa 25-30 euro l'anno (tra il 4% ed il 5% della spesa totale); chi non si preoccupa delle nuove tariffe ci rimette 40 euro l'anno (tra il 6% ed il 7% della spesa totale). Se si volesse trarre beneficio dalla riforma bisognerebbe praticamente non utilizzare gli elettrodomestici durante il giorno: un cambiamento radicale delle proprie abitudini di consumo.
La limitazione delle scelte a disposizione dell'utente è un fatto negativo: l'introduzione delle tariffe biorarie era stato un passo in avanti importante; l'obbligatorietà delle biorarie è - di fatto - un passo indietro. In ogni caso a questa limitazione di mercato risponderà il mercato stesso: gli operatori commercialmente più aggressivi inizieranno ad offrire tariffe biorarie con una differenza così bassa tra il giorno e la notte da vanificare i vincoli posti.
In effetti, il vero problema del mercato dell'energia in Italia sembra essere la mancanza di concorrenza tra gli operatori. Se messo a confronto con i settori della telefonia mobile e delle assicurazioni auto, il mercato dell'energia sembra un vero oligopolio. "Dai rilevamenti di Supermoney - conclude Manfredi - emerge come una scelta consapevole della tariffa più adatta alle proprie esigenze permetta un risparmio del 70% nel settore della telefonia mobile e di oltre il 60% in quello tanto criticato della Rc Auto. Questa percentuale si ferma al 4% quando parliamo del settore dell'energia elettrica. Prima di forzare 20 milioni di consumatori a passare a una tariffa che potrebbe far aumentare le loro bollette, sarebbe una buona idea incentivare maggiormente la concorrenza del settore".