I risultati presentati da Enea nel primo "Rapporto sull'Efficienza Energetica" hanno mostrato una situazione del nostro Paese migliore di quanto ci si potesse aspettare. Gli obiettivi fissati al 2010 dal Piano d'Azione italiano per l'Efficienza Energetica non solo sono stati raggiunti, ma sono stati superati. Si è avuto infatti un risparmio totale di 47.711 GWh/anno, con un margine di 10.000 GWh/anno rispetto alle previsioni del Piano stabilite nel 2007.
Il "Rapporto sull'Efficienza Energetica", in cui Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha analizzato le politiche e le misure di efficienza energetica negli usi dei consumatori finali a livello nazionale e territoriale dal 2007 al 2010, si propone come uno strumento utile per il monitoraggio e la verifica della situazione del consumo di energia del nostro Paese.
Nel fare il bilancio finale di questa prima analisi Enea ha evidenziato un dato positivo rispetto al risparmio energetico: "L'andamento del consumo nei settori di uso finale mostra un aumento del consumo totale pari al 6,6% nel periodo 2001-2005 e una diminuzione del 6,2% nel quinquennio 2006-2010, con un tasso di riduzione medio annuo pari a circa l'1,25%". Si tratta di un bilancio che mostra sicuramente un successo delle politiche di efficienza energetica, ma che non riesce totalmente a soddisfare per almeno tre motivi. Il primo è dovuto al fatto che, se si guarda ai risultati ottenuti dagli altri Paesi europei, quelli ottenuti dall'Italia appaiono nettamente inferiori. Il secondo è costituito dalle disomogeneità degli obiettivi raggiunti nei diversi settori. Bene sono andati il settore industriale, con una forte contrazione dei consumi e il settore civile (residenziale e terziario), anche se quest'ultimo con una diminuzione inferiore; male, invece, il settore dei trasporti, che non ha raggiunto gli obiettivi prefissati. Infine, il terzo motivo è legato al fatto che probabilmente la riduzione dei consumi si è avuta anche per effetto della crisi economica e non è dunque sempre collegabile a piani mirati di efficienza energetica.
Il commissario dell'Enea Giovanni Lelli, nonostante queste considerazioni, ha voluto sottolineare la positività di tali risultati. "Questo Rapporto evidenzia come il nostro Paese abbia saputo impegnarsi in questi ultimi anni per migliorare la propria efficienza energetica, attuando una riconversione del sistema produttivo e dei servizi energetici attraverso l'adozione di tecnologie più innovative. Ha contribuito a questo miglioramento anche una maggiore consapevolezza dei cittadini che hanno saputo cogliere le opportunità offerte dallo Stato con gli incentivi per la riqualificazione del patrimonio immobiliare migliorando il proprio benessere abitativo." Lelli ha anche aggiunto che "l'efficienza energetica è ormai diventata uno dei capisaldi su cui si basa la nostra strategia energetica per ridurre sia la domanda che la dipendenza negli approvvigionamenti ed ha permesso all'Italia di raggiungere ottimi risultati, in linea con gli indirizzi e le politiche energetiche europee. Per mantenere questo trend nei prossimi anni serviranno nuovi interventi ed azioni in grado di orientare gli investimenti e di influenzare i comportamenti di imprese, Pubblica Amministrazione e cittadini."
L'Italia rappresenta uno dei Paesi a più elevata efficienza energetica tra quelli industrializzati: con 2,4 tonnellate di consumo finale di energia pro capite siamo ai livelli più bassi rispetto alla media europea. Un dato importante e che negli ultimi anni ha mostrato un continuo trend decrescente, con un -6% tra il 2006 e il 2010 dovuto alla forte diminuzione della domanda di energia primaria (-8,8%).
Se non si può completamente gioire del successo dei dati del primo "Rapporto sull'Efficienza Energetica", non bisogna tuttavia dimenticare che questi dati dimostrano comunque un atteggiamento di tipo positivo da parte dell'intero Paese. Non resta che cercare di migliorare le performance sull'efficienza energetica, portando ad una uniformità delle misure in tutti i settori e continuando la politica di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini.