Da Bruxelles è arrivato un ammonimento per l'Italia in merito all'etichettatura energetica degli elettrodomestici. Il nostro Paese, insieme a Romania e Cipro, ha ottenuto la "maglia nera" rispetto alla piena adozione delle disposizioni a tutela dei consumatori stabilite nella direttiva europea del 2010 sull'etichettatura energetica degli elettrodomestici, che comprende tutti i prodotti connessi all'energia elettica, la loro pubblicità e il loro uso negli appalti pubblici.
L'Ue, dopo aver constatato che questi tre Paesi, in questi anni, "nonostante le lettere di costituzione in mora (primo avvertimento formale) del 18 luglio 2011, non hanno ancora comunicato alla Commissione europea di avere pienamente recepito la direttiva Ue nel loro ordinamento nazionale", ha deciso di inviare a loro un secondo avvertimento formale. La Commissione, inoltre, ha voluto precisare che "qualora non ottemperino ai loro obblighi giuridici entro due mesi, la Commissione potrà adire la Corte di giustizia europea nei loro confronti".
La direttiva europea del 2010 comporterebbe che frigoriferi e congelatori, lavatrici, asciugabiancheria, lavastoviglie, televisori, illuminazione domestica, condizionatori d'aria e forni siano venduti accompagnati da un'etichetta energetica che ne indichi la loro efficienza e la loro potenzialità in materia di risparmio di energia.
L'etichetta energetica consente di definire delle soglie di efficienza energetica comuni a tutta l'Unione europea, assegnando delle lettere di riferimento della classe energetica dell'elettrodomestico(B, A, A+ ecc.). In questo modo gli Stati membri possono avere "un sistema di riferimento chiaro sulle caratteristiche dei prodotti che può rivelarsi utile anche per le imprese private nella loro attività promozionale".
L'etichetta energetica degli elettrodomestici, oltre a garantire un risparmio al consumatore, secondo Bruxelles, ha anche un ruolo importante per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra (-20% dal 1990) e per la riduzione del consumo di energia (-20%) dovuta a una maggiore efficienza energetica previsti per il 2020.
L'etichetta energetica, secondo la Commissione, permette non solo una scelta più consapevole ai consumatori, ma porta anche "i produttori a sviluppare prodotti caratterizzati da un buon grado di efficienza energetica" nell'ottica comune di un risparmio economico e energetico.