Il grafico del fotovoltaico mostra una curva in ascesa vertiginosa e i suoi costi sono inversamente proporzionali alla potenza installata. In pratica ogni qualvolta si registra un raddoppio della potenza installata, i costi calano del 30%. Per l'eolico i costi diminuiscono con meno rapidità, ma di sicuro esso è già meno caro delle fonti fossili. Dati questi tutti in controtendenza rispetto a quello del nucleare, che dagli anni '70 a oggi ha fatto registrare un netto aumento dei costi.
Il sole dunque sta al primo posto come fonte di energia pulita: dà una buona resa ed è quello che fa risparmiare di più. Inevitabile dunque che si lasci dietro anche la domanda di gas, fonte che finora era regina incontrastata delle fonti energetiche pulite.
L'energia green dunque, sta cambiando il mondo della generazione elettrica; non a caso le più grandi società che producono energia elettrica tradizionale, cominciano a essere seriamente preoccupate dal galoppante sviluppo delle rinnovabili. La green energia diventa sempre più competitiva, al punto, si legge sempre nel documento pubblicato da Citigroup che si chiama "Energy Darwinism - the evolution of the energy industry", che nei prossimi anni le industrie energetiche tradizionali potrebbero perdere metà del loro mercato a favore di efficienza energetica, fotovoltaico e altre forme di generazione di energia pulita.
La domanda che si fa il rapporto alla fine è questa: saranno in grado le industrie tradizionali di evolversi per stare dentro il cambiamento epocale in atto? Una domanda che al momento non può avere risposta. Quello che sappiamo per certo, invece, è che le fonti di energia green stanno sorpassando le altre, tanto è vero che anche la realizzazione di impianti nuovi di produzione di energia da fonti convenzionali ha subito una battuta d'arresto. C'è riluttanza, per esempio, a costruire nuove centrali nucleari nel Regno Unito e, su altri mercati, si registra un notevole rallentamento delle installazioni a carbone.