La piena fruibilità della cosiddetta energia Green rappresenta una frontiera più che auspicabile per il mondo del ventunesimo secolo, che potrebbe finalmente ridurre drasticamente l'inquinamento e lo sfruttamento persistente della natura, avvalendosi di una fonte sconfinata quale è il Sole.
Tuttavia, ci sono scogli ancora da superare per raggiungere un obiettivo ambizioso quanto di estrema utilità. Infatti, il problema principale dell'energia pulita consiste nell'attuale difficoltà ad essere conservata ed accumulata, nonché trasportata, potendo essere spesa solo nell'esatto istante in cui viene prodotta. Ancora una volta è la perfezione di Madre Natura a suggerire una soluzione ai ricercatori di questo settore, prospettando una soluzione semplice ed efficace.
Gli scienziati della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, meglio conosciuta come Sissa, di Trieste, hanno studiato attentamente i meccanismi sottesi al noto processo della fotosintesi clorofilliana, che ogni giorno in natura interviene proprio per raggiungere lo scopo di tramutare la luce solare in energia fruibile dalle piante.
Il processo cardine della fotosintesi clorofilliana consiste nell'ossidazione dell'acqua, ovvero nella separazione all'interno delle molecole degli atomi di ossigeno da quelli di idrogeno; l'idrogeno, che altro non è che un forte combustibile particolarmente ostico da maneggiare nella sua forma pura, viene poi sottoposto ad un processo di sintesi che porta alla formazione degli zuccheri con l'ausilio degli atomi di carbonio, divenendo quindi una forma di energia facilmente cumulabile.
I ricercatori della Sissa sostengono di poter dar vita ad un catalizzatore artificiale, più efficace e resistente rispetto a quelli naturali, che sia in grado di compiere lo stesso processo fisico, producendo Energia Green che possa essere conservata e trasportata.
Studiando nei dettagli lo svolgersi di tale fenomeno naturale e simulando l'ossidazione dell'acqua tramite l'utilizzo della molecola Ru4-poliossimetalato (Ru4-POM), i ricercatori della Sissa hanno potuto constatare l'intervento di quattro atomi di Rutenio per veicolare la reazione; ma il Rutenio è un elemento straordinariamente raro e costoso, troppo per poter essere utilizzato in grandi quantità per raggiungere l'obiettivo di produrre Energia Green.
Tuttavia, Stefano Fabris della Sissa sostiene di poter sostituire gli atomi di Rutenio con elementi più economici, ma altrettanto efficaci, ora che gli scienziati sono consapevoli dell'esatta posizione in cui devono essere distribuiti gli atomi durante questo processo. A breve, dunque, saremo in grado di creare artificialmente un catalizzatore in grado di produrre energia solare pulita al pari di quella prodotta in natura, per poter diffondere su più larga scala l'utilizzo di una fonte energetica più salutare per l'intero pianeta.