Ottenere energia dai rifiuti, non è una fantasia da alchimisti, ma una realtà, che permette di ricavare energia (e quindi denaro) dalla spazzatura. In Europa molti Stati, soprattutto del nord, sono all'avanguardia (Germania, Svezia, Danimarca, Olanda) e la gestione dei rifiuti urbani in discarica è quasi nulla. In Italia invece siamo come al solito arretrati e ogni anno sprechiamo rifiuti per 2,5 miliardi di euro.
Come è possibile? Ostruzionismo e arretratezza culturale che permettono ogni anno di mandare al macero oltre 17 milioni di tonnellate di rifiuti convertibili in energia per 2,5 miliardi di euro. Uno spreco che costa agli italiani fino a 50 euro l'anno sulla bolletta energetica, secondo dati Nomisma. L'energia prodotta dalla combustione dei rifiuti potrebbe infatti sostituire i materiali fossili consentendo di risparmiare sull'approvvigionamento di petrolio e sui costi delle tariffe.
In Italia, ha spiegato tempo fa in un'intervista Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, c'è un problema soprattutto culturale e di informazione: "C'è una ingiustificata ostilità dei Comitati contro gli inceneritori che inficia il lavoro di organismi scientifici e commissioni ministeriali che rilasciano Valutazioni di impatto ambientale. Spesso si indicano inceneritori e termovalorizzatori come responsabili di uccidere i bambini a causa della diossina ma i rifiuti vengono lavorati con la massima severità".
Insomma in Italia abbiamo un patrimonio miliardario inutilizzato e ci troviamo spesso in emergenza per l'accumulo di rifiuti nelle strade, rifiuti che poi rivendiamo ai paesi del nord Europa. Ma è possibile farsi del male da soli? Forse nel prossimo Decreto del Fare sarà necessario un capitolo dedicato alla questione, perché l'emergenza rifiuti in molte città italiane non è finita.