Le tariffe continuano la loro corsa all'aumento: secondo uno studio Confesercenti, dal 2007 al 2011 la spesa media mensile delle famiglie è rimasta sostanzialmente costante, ma il peso delle tariffe è cresciuto in quattro anni di uno 0,7%, e nei primi otto mesi del 2012 di un altro 0,7%. Nel complesso più di un punto percentuale della spesa dei nuclei familiari è stato assorbito dai rincari delle tariffe sui servizi pubblici locali dall'inizio della crisi economica. Si tratta di circa 8,4 miliardi in gran parte sottratti ai consumi.
Ad oggi i costi sostenuti da un nucleo familiare medio per le tariffe sui rifiuti solidi urbani, l'acqua potabile, il trasporto locale, l'energia elettrica e il gas per uso domestico, sono pari a circa il 7,4% del monte della spesa per consumi. Il gas naturale pesa il 40%, l'energia elettrica il 27%, la raccolta rifiuti e il servizio idrico raggiungono ciascuno l'11-12% e un ultimo 10% è rappresentato dal costo del trasporto pubblico locale. Dal 2007 al 2011 le tariffe sui servizi pubblici locali sono crescite in media del 18% a fronte di un aumento dei prezzi al consumo del 10%. E la situazione non migliora nel 2012, anno in cui in particolare le bollette di luce e gas faranno registrare costi record.
Nel dettaglio delle singole voci, l'unica tariffa a tenersi più bassa dell'inflazione media nel quinquennio è quella dell'energia elettrica (+2,9), l'acqua potabile è invece quella che registra lo scostamento più ampio (+33%). se nel 2007 un nucleo medio spendeva in un anno circa 1.486 euro per i cinque servizi pubblici locali più rilevanti, qui esaminati, nel 2012 arriva a spenderne 1.840, ossia 350 euro in più.
"Le tariffe corrono e le famiglie italiane arrancano" commenta in una nota Confesercenti. "L'aumento colpisce duramente i redditi, già in affanno, e penalizza ancora di più i deboli consumi degli italiani. Sottrarre in tempi di crisi 8,4 miliardi alle famiglie, senza quindi ridurre la pressione fiscale, comporta la chiusura di tante imprese e la crescita della disoccupazione".
Per invertire la tendenza, propone l'organismo, "occorre fermare questa spirale: serve un piano energia di forte impatto, visto che è proprio questo capitolo quello che pesa di più problemi sull'economia. Ma regioni ed enti locali devono mettere ordine nell'intollerabile giungla di società municipalizzate e soprattutto mettere un argine ad ogni spreco e clientelismo di cui sono piene le cronache di questi tempi. Il nostro studio dimostra ancora una volta che non si può fare a meno di un intervento fiscale entro l'anno a sostegno di imprese e famiglie. Ormai questa è diventata la vera emergenza".