Gli italiani dicono no al nucleare: dopo la catastrofe del Giappone la percentuale di cittadini che si dichiarano contrari a questo tipo di energia è salita dal 71 al 75%, vale a dire 3 italiani su 4. E' quanto emerge da un sondaggio della Doxa basato su mille interviste telefoniche a un campione rappresentativo della popolazione italiana dai 15 anni in su.
Resta favorevole all'energia nucleare il 24% della popolazione (-4%), mentre si dichiara indeciso solamente l'1% degli intervistati. Desta molta preoccupazione anche il "rischio prossimità": il 30% del campione si dichiara "moltissimo preoccupato" da un eventuale incidente nucleare in un Paese vicino o lontano dall'Italia, un altro 30% è "molto" preoccupato, il 25% lo è "mediamente" mentre dorme sonni tranquilli soltanto il 15% della popolazione. Scarsa fiducia anche sulla sicurezza delle centrali nucleari esistenti: oltre la metà degli interpellati (51%) non crede che le centrali nucleari più vicine all'Italia siano opportunamente sicure contro il rischio d'incidenti.
Insomma, la maggior parte degli italiani preferisce di gran lunga utilizzare le classiche fonti di energia, anche se costano care, cercando perlopiù di risparmiare sulle tariffe: un aiuto in questa direzione può arrivare da Supermoney, il portale per il confronto delle tariffe di luce, gas e dual fuel che permette di selezionare le offerte più convenienti sul mercato.
Il dato italiano sull'avversione al nucleare rispecchia l'aumento delle persone contrarie all'atomo a livello mondiale, che è passato dal 32% nella situazione pre-catastrofe all'attuale 43% (+11%), come dimostra una ricerca del Win-Gallup International, il più grande e storico network di istituti di ricerca indipendenti, che tra il 21 marzo e il 10 aprile 2011 ha intervistato un campione di oltre 34.000 individui in 47 paesi di tutto il mondo.
Il crollo più clamoroso della fiducia si è registrato naturalmente in Giappone, dove soltanto il 39% dei cittadini si affiderebbe ancora al nucleare (prima del disastro erano il 62%), mentre i contrari sono passati dal 28% al 47%. Negli Usa le persone sfavorevoli sono passate dal 37% pre-catastrofe all'attuale 44% (+7%). Anche in Francia è aumentato il numero dei contrari al nucleare ( dal 33% pre-Fukushima all'attuale 41%). L'Austria è la nazione al mondo con la maggiore avversione all'atomo, con il 90% di contrari, (+3%), seguito dalla Grecia 89% (+3%). Anche in Germania si è avuto un sensibile aumento dei contrari (dal 64% all'attuale 72%).
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