Ammontano a 323 milioni di euro l'anno, più altri 1,2 miliardi di arretrati per il periodo 2008-2011, i soldi messi a disposizione per promuovere l'efficienza energetica per la fasce più povere della popolazione, ma i comuni lo stanno quasi completamente ignorando. Sono fondi che le pubbliche amministrazioni potrebbero chiedere ai concessionari della distribuzione del gas, cioè da chi gestisce la rete, ma si è calcolato che solo 200 comuni (sui 5.900 italiani) hanno fatto valere questo diritto. I distributori a loro volta avrebbero tempo solo fino al 15 ottobre prossimo per girare la richiesta di modifica della bolletta all'Autorità per l'energia. Se non pervenissero richieste, tali fondi si andrebbero ad aggiungere a quelli non redistribuiti, e non più richiedibili, accumulatisi a partire dal 2008.
La normativa in questione (art. 46 bis L. 222/07), prevede che le municipalità interessate dalle nuove gare possano incrementare il canone delle concessioni di distribuzione fino al 10% del vincolo sui ricavi di distribuzione, la parte della bolletta che va a remunerare il gestore. I soldi così raccolti, dice la legge, dovranno essere destinati "prioritariamente all'attivazione di meccanismi di tutela relativi ai costi dei consumi di gas da parte delle fasce deboli di utenti", ad esempio attivando programmi di efficientamento delle case popolari o anche solo con fondi per aiutare chi non ce la fa a pagare.
L'esempio per le città italiane? Torino potrebbe avere dal gestore privato della rete gas locale 6 milioni di euro l'anno, oppure Napoli 4 milioni, Venezia oltre 2 milioni, città più piccole come Pordenone e Frosinone, rispettivamente 350mila e 230mila euro l'anno. I gestori della rete gas sarebbero obbligati a erogarli, ma le amministrazioni comunali non ne fanno richiesta formale.
Proprio in momenti così difficili per molti cittadini, per combattere la crisi che ha coinvolto molti settori strategici delle nostra economia, per l'investimento e lo sforzo che si sta compiendo nella promozione dell'efficientamento energetico e per la tutela dei meno abbienti, bisognerebbe favorire l'utilizzo delle risorse messe a disposizione ai comuni, tanto che per farlo, basta solo una delibera. Per sapere come fare la richiesta di questi fondi ed essere guidati nella stesura della delibera i Comuni possono rivolgersi a Legambiente o al Consorzio Reti Gas.