Il nuovo pannello è stato brevettato dall'ENI dopo cinque anni di ricerca e dopo diversi test che hanno dato risultati più che soddisfacenti, i nuovi moduli sarano pronti per la commercializzazione fra un anno circa con le colorazioni, al momento disponibili, rosso, giallo e blu.
Il prototipo, che è stato presentato a Roma, a vederlo sembra una comune lastra di plastica trasparente, nato da un ricerca interamente italiana ha per ora l'aspetto di una comune pensilina, sistemata nella sede della divisione Refining & Marketing dell' ENI all'Eur, a Roma, ma in verità già adempie al suo scopo: in questo caso, ricaricare biciclette elettriche, utili per gli spostamenti tra le sedi del gruppo.
I nuovi «concentratori solari luminescenti» disperdono, su una lastra tipo plexiglass, coloranti fluorescenti che assorbono una parte della luce solare e poi la emettono all'interno della stessa lastra. La radiazione viene condotta verso piccole celle solari sistemate lungo i bordi che la trasformano in energia elettrica. Eni, colosso nazionale degli idrocarburi e tra i primi produttori al mondo di pertrolio e gas, investe molti milioni di euro in ricerca (150 progetti internazionali) e molti di questi riguardano il solare fotovoltaico. Una contraddizione solo apparente perché è proprio dalla ricerca di nuovi materiali (anche ricavati dagli idrocarburi) che il gruppo punta (con progetti con le università americane di Mit, Stanford) per la produzione dei pannelli del futuro senza l'uso di silicio più costoso e meno sostenibile.
I «concentratori solari luminescenti» presentati ieri sono un primo passo operativo su questa strada. Sono più efficienti dei modelli tradizionali, producono anche con poco sole, non hanno bisogno di una inclinazione particolare e possono stare anche in verticale.