Le imprese italiane pagano delle bollette luce più care rispetto al resto d'Europa, esattamente il 27,8% in più rispetto agli altri Paesi. I dati sono stati diffusi di recente dalla Cgia che ha stimato non solo l'ammontare dei costi ma anche l'impatto per lo sviluppo economico del Paese. Infatti gli effetti degli aumenti sulle bollette di energia elettrica sembrano penalizzare maggiormente le piccole e medie imprese, limitandone la crescita e la competitività a livello internazionale.
"Una situazione pericolosa e altamente penalizzante per l'Italia" - sostiene Paolo Zabeo, il coordinatore dell'ufficio studi della Cgia - che sottolinea il grande contributo offerto dalle piccole imprese alla crescita dell'intero sistema produttivo nazionale. Infatti nonostante gli aumenti, le piccole e medie imprese italiane continuano ad occupare il secondo posto nel mercato manifatturiero, subito dopo la Germania.
Quali sono le ragioni degli aumenti di energia per le pmi?
L'aumento dei costi sembra penalizzare maggiormente le forniture di energia elettrica, e un po' meno quelle del gas. Secondo i dati emersi dallo studio Cgia, l'Italia avrebbe conquistato anche un altro triste primato, quello relativo all'elevato importo delle voci di spesa extra legate alle forniture energetiche, ben il +13.7% rispetto alla media europea.
La componente fiscale è una delle cause che penalizza maggiormente la crescita. Se per le imprese italiane le voci di spesa delle bollette luce, riferite a tasse e oneri, rappresentano circa il 43% dell'importo, per le altre imprese europee questa componente scende al di sotto del 35%. Stessa situazione per il gas, anche in questo caso la tassazione scende al 18%, mantenendosi comunque al di sopra della media europea che si attesta attorno al 13%.
Secondo Zabeo si tratta di una situazione paradossale che penalizza uno dei settori chiave dell'economia nazionale. Infatti sono proprio le piccole e medie imprese, spesso con meno di 50 dipendenti, a garantire un lavoro al 65% degli italiani nel settore privato. Per risolvere la questione degli elevati costi energetici sostenuti dalle piccole e medie imprese sarebbe necessario l'intervento della Commissione europea.
Già nella primavera del 2014, Il Governo italiano era intervenuto per ridurre i costi previsti per le imprese collegate ad impianti a media e bassa tensione con una potenza impegnata superiore ai 16,5 Kw. Un provvedimento poco efficace secondo la Cgia. Infatti i dati dimostrano che la misura d'intervento ha interessato poco più di 700.000 aziende, che rappresentano solo il 15% del totale delle imprese presenti in Italia.
Pmi e Grandi Imprese italiane a confronto
La situazione delle piccole e medie imprese appare critica non solo rispetto al resto d'Europa, ma anche rispetto alle grandi imprese italiane. Facendo una proporzione tra consumi e costi, le grandi imprese affrontano 62,8% di costi in meno rispetto alle piccole imprese. Stesso trend per il gas, anche in questo caso il divario di costo è a vantaggio delle imprese di grande dimensione