L'ultimo dossier prodotto dall'Eurostat relativo ai costi delle bollette di luce e gas dei paesi del vecchio continente, rivela un quadro preoccupante, ma quanto mai noto per le famiglie e i contribuenti italiani. Secondo i dati, l'Italia si posiziona ai primi posti della classifica dei membri dell'Ue che nel secondo semestre 2012, hanno registrato i maggiori aumenti dei prezzi energetici pagati dalle famiglie. In particolare, l'aumento su base annua si aggirerebbe intorno all'11,0% per l'elettricità e del 10,6% per il gas, rispetto al 6,6% per l'elettricità e del 10,3% per il gas della media continentale.
Le famiglie europee più vessate a causa dei rincari delle bollette dell'elettricità sono quelle di: Cipro (+21%), Grecia (+15%), Italia (+11%), Irlanda e Portogallo (+10), Bulgaria, Spagna e Polonia (+9%). Per quanto attiene invece la bolletta del Gas, i maggiori rialzi hanno colpito le famiglie di Lettonia (+21%), Estonia (+19%) e Bulgaria (+18%). Bollette del gas molto più pesanti anche per Portogallo (+15,6%), Olanda (+13,9%), Lituania (+13,2%) e Polonia (+10,7%).
Intanto, l'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha recentemente dichiarato che dal prossimo 1°ottobre la bolletta del gas per le famiglie italiane calerà del 7% per un risparmio complessivo di circa 90 euro per ogni nucleo familiare. Ciò sarà possibile, secondo l'Autorità, grazie alla recente approvazione della seconda fase della riforma relativa alle condizioni economiche del servizio di tutela gas.
La novità più importante di questa riforma, prevede che dal 1° ottobre per il calcolo della materia prima si faccia riferimento al 100% ai prezzi spot del mercato all'ingrosso e non più anche ai contratti di lungo periodo. Spiega la nota : "questi contratti sono stati il principale riferimento nella formula di aggiornamento della materia prima fino all'aprile 2012 quando il loro 'peso' è stato ridotto al 95% e, successivamente, per effetto della prima fase della riforma gas dell'Autorità sono stati portati all'80% dall'aprile 2013".
Ecco in sintesi le novità programmatiche della riforma.
1) abbandono del riferimento storico dei contratti di approvvigionamento di lungo periodo, e quindi al petrolio;
2) dal 1° ottobre per il calcolo della materia prima gas si farà riferimento al 100% ai prezzi di mercato spot;
3) riduzione delle componenti a copertura del trasporto e dello stoccaggio della materia prima e l'introduzione di specifiche componenti di gradualità per tutti i venditori;
4) rinegoziazione dei contratti di lungo periodo, imponendo che i benefici delle rinegoziazioni (in termini di riduzioni di prezzo) siano tempestivamente trasferiti ai clienti finali, ed in particolare nel momento in cui i prezzi dei contratti di lungo periodo dovessero risultare inferiori a quelli dei mercati spot.