Ogni minuto il sole invia più energia sulla Terra rispetto all'intera produzione energetica annuale basata sui carburanti fossili. Solo il vento potrebbe fornire abbastanza energia per coprire 15 volte il fabbisogno globale e l'energia geotermica accessibile nel sottosuolo degli Stati Uniti è pari a 140.000 volte il consumo annuale americano. Le maree, da sole, basterebbero per fornire il doppio dell'energia consumata ogni anno dal mondo intero.
Le fonti d'energia pulite e rinnovabili bastano e avanzano per coprire ogni necessità umana, il problema è solo legato ai modi per "catturare", distribuire e usare tutta questa energia che ci circonda. Eppure le tecnologie più avanzate potrebbero già permetterci di farlo; non sarebbe neanche antieconomico: gli ostacoli sono soprattutto politici e sociali.
Questo è il risultato degli studi condotti da Mark Jacobson e Mark Delucchi dell'Università di Sanford. Secondo le loro ricerche, pubblicate a partire dal 2010, il mondo potrebbe ottenere abbastanza energia per potenziare tutte le sue necessità (elettricità, trasporti, riscaldamento e climatizzazione) entro il 2030 ed entro il 2050 potrebbe definitivamente eliminare l'utilizzo di tutti i carburanti fossili.
Il mix perfetto prevede un totale di 3.800.000 turbine eoliche da 5 MW (MegaWatt), 49.000 impianti a energia solare concentrata da 300 MW, 40.000 impianti fotovoltaici da 300 MW, 1,7 miliardi di sistemi fotovoltaici per i tetti delle abitazioni residenziali da 3 KW (KiloWatt), 5.350 impianti geotermici da 100 MW, 270 nuovi impainti idroelettrici da 1.300 MW, 720.000 impianti per creare energia attraverso le onde da 0,75 MW, 490.000 impianti basati sulle maree da 1 MW. A questo mix si aggiunge la diffusione di veicoli elettrici e ibridi connessi alla rete elettrica e una maggiore capacità ed efficienza della rete distributiva.
Se pensate che tutti questi impianti elettrici, eolici e marini possano alterare gravemente il panorama globale, vi sbagliate: secondo gli studi le centrali a energia pulita occuperebbero solo 0,59% di spazio in più rispetto alle centrali odierne a carburanti fossili. Inoltre, utilizzando questi sistemi il fabbisogno complessivo sarebbe ridotto del 30% grazie a una maggiore efficienza produttiva.
Un nuovo studio della University of Delaware (UoD) si è concentrato sul fabbisogno della sezione Pjm che ha trovato che per soddisfare le necessità della zona tra il 1999 e il 2002 con fonti d'energia rinnovabili sarebbero stati necessari circa 72 GW (GigaWatt). Questo quantitativo poteva essere ottenuto attraverso un mix di 4,25 milioni di sistemi solari residenziali da 4 Kw, 13.600 turbine eoliche marine da 5 Mw, 38.000 turbine eoliche terrestri da 3 Mw, e un sistema di immagazzinamento dell'energia a base d'idrogeno con durata massima di 72 ore.
Anche se questi numeri potrebbero sembrare irraggiungibili a prima vista, i ricercatori della UoD evidenziano che un sistema reale di questo tipo coinvolgerebbe un numero minore di impianti con capacità produttive superiori e, soprattutto, sarebbe accessibile in termini di costi. Implementando la strategia delineata dalla UoD, entro i prissimi 4 anni i carburanti fossili saranno necessari solo durante i mesi estivi (verrebbe usato gas naturale).
Entro un decennio le centrali solari saranno la fonte d'energia più economica in molte parti degli USA e del Mondo: la sfida, quindi, non è più come produrre abbastanza energia da fonti rinnovabili ma come prepararsi per sfruttarla al meglio.