Accensione riscaldamento 2016
Quando si possono accendere i termosifoni?
Con l’arrivo dei mesi più freddi e il progressivo calo delle temperature si tornerà presto ad riaccendere i termosifoni. Se vivi in un’abitazione dotata di riscaldamento autonomo non dovrai attenerti a nessun tipo di limitazione e quindi potrai azionare il tuo impianto non appena lo riterrai necessario. Diversa è la situazione se abiti in un condominio con riscaldamento centralizzato, in questo caso dovrai attenerti alle tempistiche e alle modalità di accensione previste dalla legge e che variano a seconda della Regione di residenza.
In questa guida ti indicheremo quali sono le date stabilite per la riaccensione degli impianti di riscaldamento centralizzati nel 2016 e per quante ore al giorno. Inoltre, grazie alla consulenza dei nostri esperti di energia, troverai tanti preziosi suggerimenti per ottimizzare l’uso del tuo impianto di riscaldamento, ridurre i consumi energetici e quindi risparmiare sui costi della bolletta del gas.
Quando accendere il riscaldamento 2016?
Come dicevamo le date di accensione degli impianti di riscaldamento centralizzati variano a seconda della Regione in cui vivi, o meglio della zona climatica di riferimento. Con il Decreto n. 412 del 26 agosto 1993 tutti gli 8.100 Comuni italiani sono stati suddivisi in sei zone climatiche, stabilendo per ognuna non solo il giorno esatto il cui verrà acceso il riscaldamento, ma anche per quante ore al giorno. Le tempistiche e le modalità variano a seconda delle condizioni climatiche medie registrate nelle varie zone d’Italia.
Lo stesso Decreto concede ai sindaci di tutti i Comuni italiani la possibilità di ampliare o modificare le tempistiche e le modalità prestabilite. Si tratta di un’opportunità da sfruttare solo in caso di improvvisi peggioramenti delle condizioni climatiche o in seguito a delle particolari esigenze manifestate dalla popolazione. In casi del genere il sindaco ha l’obbligo di segnalare qualunque variazione alla popolazione.
In questa tabella sono indicate le date per la riaccensione degli impianti di riscaldamento centralizzato e per quante ore al giorno funzioneranno in base alle diverse zone climatiche, indicate con una lettera dell’alfabeto:
Zona Climatica |
Data prevista per la riaccensione |
Numero di ore al giorno |
---|---|---|
Zona A |
Da 1 Dicembre al 15 Marzo |
6 ore al giorno |
Zona B |
Dal 1 Dicembre al 31 Marzo |
8 ore al giorno |
Zona C |
Dal 15 Novembre al 31 Marzo |
10 ore al giorno |
Zona D |
Dal 1 Novembre al 15 Aprile |
12 ore al giorno |
Zona E |
Dal 15 Ottobre al 14 Aprile |
14 ore al giorno |
Zona F |
Non ci sono limitazioni |
Non ci sono limitazioni |
Quali sono le sei zone climatiche d’Italia?
Le zone climatiche sono classificate sulla base dei valori indicati da “Gradi Giorno”, un parametro che quantifica il fabbisogno termico mediamente necessario per mantenere un clima confortevole nell’abitazione in una determinata località durante l’anno. La classificazione parte dalla zona A - che necessita delle minori quantità di energia - aumentando progressivamente fino alla zona F, dove si richiedono di maggiori quantità di calore.
Zona climatica A: Comuni di Lampedusa e Linosa; Porto Empedocle.
Zona climatica B: province di Agrigento; Catania; Crotone; Messina; Palermo; Reggio Calabria; Siracusa; Trapani.
Zona climatica C: province di Imperia; Latina; Bari; Benevento; Brindisi; Cagliari; Caserta; Catanzaro; Cosenza; Lecce; Napoli; Oristano; Ragusa; Salerno; Sassari; Taranto.
Zona climatica D: Genova; La Spezia; Savona; Forlì; Ancona; Ascoli Piceno; Firenze; Grosseto; Livorno; Lucca; Macerata; Massa C.; Pesaro; Pisa; Pistoia; Prato; Roma; Siena; Terni; Viterbo; Avellino; Caltanissetta; Chieti; Foggia; Isernia; Matera; Nuoro; Pescara; Teramo; Vibo Valentia.
Zona climatica E: province di Alessandria; Aosta; Asti; Bergamo; Biella; Brescia; Como; Cremona; Lecco; Lodi; Milano; Novara; Padova; Pavia; Sondrio; Torino; Varese; Verbania; Vercelli; Bologna; Bolzano; Ferrara; Gorizia; Modena; Parma; Piacenza; Pordenone; Ravenna; Reggio Emilia; Rimini; Rovigo; Treviso; Trieste; Udine; Venezia; Verona; Vicenza; Arezzo; Perugia; Frosinone; Rieti; Campobasso; Enna; L'Aquila e Potenza).
Zona climatica F: province di Cuneo, Belluno e Trento.
Come ridurre i costi e i consumi del riscaldamento?
Con la riaccensione dell’impianto di riscaldamento registrerai un progressivo aumento delle spese che sarà ovviamente influenzato dalla quantità di risorse consumate dal tuo impianto, ma non solo. Per risparmiare sulla bolletta del gas dovrai non solo limitare i consumi del tuo impianto ma valutare anche altri fattori, come: il modo in cui gestisci il tuo impianto (temperatura e orari di accensione), i consumi medi previsti dal tuo sistema di riscaldamento e tutte le voci di spesa previste dalla tua tariffa per il gas. Ecco alcuni suggerimenti per ridurre le spese e i consumi.
Impostare la temperatura giusta. Il modo migliore per ridurre i consumi del riscaldamento è impostare un livello di temperatura non troppo elevato. A tal proposito la legge stabilisce che non è possibile superare i 20 gradi centigradi e consente 2 gradi di tolleranza (massimo 22°C) all'interno delle abitazioni, delle scuole e degli uffici. Per gli edifici adibiti ad attività artigianali e industriali il limite scende a 18 gradi.
Non superare questi limiti ti consente di ridurre i consumi energetici, ottenere il massimo della resa energetica, limitare l’emissione di gas inquinati nell’atmosfera, riducendo inoltre la possibilità di contrarre i tipici malanni di stagione causati dall'escursione termica tra interno ed esterno.
Evitare inutili dispersine di calore. La dispersione del calore interno rappresenta uno dei fattori che influenzano maggiormente l’aumento delle spese. Per questo è importante tenere chiuse porte e finestre quando il riscaldamento è in funzione, controllando che i relativi sistemi di chiusura funzionino alla perfezione. Inoltre, prima dell’arrivo della stagione invernale ti consigliamo di valutare il grado di isolamento termico della tua abitazione, facendo analizzare pareti, soffitti e pavimenti.
Ti ricordiamo che per tutti i lavori e gli interventi di ristrutturazione finalizzati al miglioramento energetico della tua abitazione, potrai usufruire delle agevolazioni fiscali fino al 65% sulla spesa sostenuta. Per avere maggiore informazione ti consigliamo di informati sugli interventi previsti dagli Ecobonus per il prossimo triennio.
Verificare il livello di efficienza della caldaia. Grazie a dei periodici interventi di manutenzione della caldaia potrai risparmiare sul riscaldamento e ridurre le emissioni inquinanti. Se sei dotato di un impianto di vecchia data, potrai anche valutare soluzioni di riscaldamento alternative, come ad esempio le nuove caldaie a condensazione che garantiscono un elevato rendimento termico, superiore al 90%. Sebbene il loro costo sia superiore del 30-40% rispetto ai modelli tradizionali, con questo tipo di caldaia avrai la possibilità di recuperare la spesa in pochissimo tempo grazie ad una resa energetica superiore del 20-30%.
Installare le valvole termostatiche. Installando questi dispositivi su tutti i caloriferi della tua abitazione potrai ridurre i consumi fino al 20% e ottimizzare così l’impiego delle risorse energetiche. Ormai obbligatorie per legge con il decreto legislativo n. 102/2014, le valvole termostatiche ti permettono di gestire il tuo impianto in autonomia, scegliendo l’intensità di calore desiderata su una scala compresa tra 1 e 5. I vantaggi delle valvole termostatiche riguardano anche l’ambiente, grazie alla minore emissione di gas inquinanti.
Meglio un impianto di riscaldamento autonomo o centralizzato?
Probabilmente ti sarai già posto questa domanda, magari valutando la possibilità di cambiare il tuo impianto di riscaldamento. Diciamo subito che il primo vantaggio di un sistema di riscaldamento autonomo riguarda il calo delle spese, dovuto in parte alla maggiore efficienza energetica degli impianti, e in parte al crescente impiego di energie rinnovabili.
Tuttavia, anche la resa energetica degli impianti di riscaldamento centralizzati è migliorata grazie all’introduzione dei nuovi sistemi di contabilizzazione che consentono di sfruttare la maggiore efficienza delle caldaie centralizzate, con il grande vantaggio di poter pagare solo la quantità di calore effettivamente utilizzata.
Nonostante questi ultimi aspetti, il riscaldamento autonomo continua però ad essere la soluzione più apprezzata, in grado di far salire anche il valore dell’immobile in caso di vendita. Oltre alla totale libertà nella gestione dell’impianto, possedere un sistema termoautonomo ti garantisce una maggiore tutela sul fronte delle spese. Infatti in caso di condomini con inquilini morosi, le spese non pagate di un impianto di riscaldamento centralizzato andrebbero a gravare su quelli che invece pagano regolarmente.
Valutare la possibilità di passare da un sistema di riscaldamento centralizzato a uno autonomo rimane una scelta poco conveniente per l’elevata quantità di spese da affrontare. Infatti, oltre alle spese di acquisto e installazione della caldaia, dovresti considerare tutti i lavori – e quindi i costi – per garantire l’allaccio, l’adeguamento delle tubazioni e la realizzazione della canna fumaria.