Il Governo Monti ha approvato di recente un provvedimento che vedrà il numero delle Province italiane ridursi da 86 a 51 per questioni di risparmio. All'atto pratico, alcune province saranno accorpate a quelle limitrofe di dimensioni maggiori affinché formino un unico ente. Questo processo, che si suppone si avvierà nel 2014, dovrebbe concorrere a ridurre i tanto chiacchierati costi della cosa pubblica. E fin qui tutto a meraviglia.
Nonostante il risparmio di denaro pubblico, però, esiste, secondo uno studio del portale "Facile", il rischio concreto che si stia preparando un'ulteriore gabella per gli automobilisti italiani: le assicurazioni RCA, infatti, comprendono oggi un'imposta provinciale che può variare, a scelta dell'amministrazione locale, tra il 9% e il 16% dell'importo dovuto.
Abbiamo detto che determinate province saranno accorpate ad altre: ebbene, le prime vedranno la loro imposta su premio assicurativo adeguarsi a quella della provincia che le ingloberà. Questo significa che, se la provincia accorpata aveva in precedenza un'imposizione più bassa di quella accorpante, gli automobilisti che confluiscono nella nuova provincia vedranno un ritocco verso l'alto che può sfiorare il 2% degli importi dei loro premi assicurativi precedenti: è uno scenario possibile per, ad esempio, i cittadini di Parma (che con l'accorpamento a Piacenza potrebbero passare dall'aliquota del 14 a quella del 16%), Pistoia e Siena (che potrebbero vedere un aumento dello 0,5%).
Fortunatamente, però, potrebbe verificarsi per qualcuno anche la situazione opposta: alcuni automobilisti, in province che imponevano un'aliquota più alta di quella della futura nuova provincia, potrebbero vedere un cambiamento al ribasso nel premio da pagare per la propria polizza. Potrebbe essere questo il caso della città di Teramo, che sarà accorpata a L'Aquila.