Nella giornata dedicata alla festa degli innamorati, il Ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha illustrato, a Roma, il provvedimento ministeriale atto a riformare il mercato delle assicurazioni auto con l'introduzione di un contratto base, cui tutte le compagnie assicurative dovranno adeguarsi. Lo scopo del decreto ministeriale è quello di dare al consumatore un utile strumento di confronto (a parità di condizioni) tra le varie compagnie.
In poche parole, il "contratto base" dovrà soddisfare determinati requisiti minimi obbligatori in materia di Rc auto, dovrà essere offerto da tutte le compagnie assicurative (comprese quelle online) e, nei pensieri di chi lo ha sviluppato, consentirà una maggior trasparenza nella comparazione delle varie offerte.
Quali sono i requisiti che il contratto base dovrà contenere? Eccoli: un massimale minimo previsto dalla legge, nessuna franchigia (ovvero copertura completa in clausola Bonus Malus), guida libera (ovvero nessuna restrizione e/o limitazione di guida) e rivalse limitate ai casi più gravi o di maggior allarme sociale (come ad esempio la guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti).
A latere, ogni compagnia assicurativa, potrà proporre tutta una serie di possibili variazioni al contratto base, indicando, per ciascuna di esse, il relativo impatto in termini di aumento o decremento del premio da pagare. Alcune variazioni del contratto hanno infatti un impatto economico per l'utente finale. Ad esempio, un aumento del massimale, il frazionamento infra annuale del premio, la limitazione delle rivalse, etc, hanno ripercussioni incrementative sul premio assicurativo. Al contrario, l'inserimento di clausole limitative di guida, l'inserimento in polizza di una franchigia, l'installazione della scatola nera, etc, fanno diminuire l'importo da pagare.
Tutto questo, unito all'abolizione del tacito rinnovo (già in vigore), alla banca dati per individuare anomali e frodi, alla rimozione dei divieti di collaborazione tra gli intermediari assicurativi, dovrebbe garantire una maggior mobilità degli assicurati (stimata intorno al 6% nel nostro Paese, rispetto, ad esempio, al 35% del regno Unito).
Ecco quindi che le parole chiave di questo provvedimento paiono essere: uniformità, confrontabilità, trasparenza, mobilità = più competizione con conseguente riduzione dei premi.
Sarà finalmente così, o ancora una volta, le buone intenzioni (a parole) non si tradurranno in gesti concreti (effettiva concorrenza sul mercato e significativa diminuzione dei premi assicurativi) ? Ai posteri l'ardua sentenza.