Quello delle Rc auto online rappresenta un segmento di mercato che non ha ancora saputo sprigionare appieno il suo potenziale. Sul web è possibile porre le tariffe di assicurazioni auto esistenti a confronto, stipulare polizze in una manciata di minuti, individuare soluzioni vantaggiose a ogni profilo di richiedente. Nonostante ciò, i consumatori denunciano le carenze di un servizio che non è stato ancora implementato in maniera ottimale. Le compagnie tradizionali non offrono quel surplus tecnologico che i consumatori ormai si attendono di ricevere.
Direttore Ania: Rc auto online e scatola nera da migliorare
I cittadini sono sempre più a proprio agio con le tecnologie digitali, le compagnie assicurative invece no. I consumatori navigano, in pochi clic possono informarsi su Zurich Connect e i suoi prodotti, quelli di Genertel, di Genialloyd, ecc., esplorano e scrutano le opportunità offerte dal settore. A un’alfabetizzazione informatica sempre più pronunciata da parte del pubblico, tuttavia, non corrisponde un pari adeguamento dei servizi ad ad opera degli agenti di settore.
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A rivelarlo è stato il Direttore Generale di Ania Dario Focarelli, che ha detto la sua sulla questione Rc auto e tecnologie e sottolineato come esista un gap evidente tra le aspettative della clientela italiana e i servizi che le compagnie sono realmente in grado di fornire.
L’82% delle polizze stipulato in agenzia
Secondo quanto affermato da Focarelli, in Italia l’82% delle polizze assicurative, per ciò che concerne sia il comparto auto e sia quello vita, viene stipulato direttamente in agenzia, secondo le tradizionali modalità di gestione delle pratiche. Il tutto, malgrado la propensione sempre più marcata da parte dei cittadini di avvalersi dei servizi del web per la gestione delle Rc auto online. la stessa Ania, infatti, aveva dimostrato come quattro italiani su cinque si dichiarino pronti a passare alle polizze auto telematiche.
Ci sarà l’effetto black box?
Ania aveva anche rivelato come secondo il 40% dei cittadini le tradizionali compagnie del ramo assicurativo dimostrino una certa difficoltà nell’adeguarsi agli standard di tecnologia richiesti. La scatola nera è indicata da Focarelli come possibile volano per una migrazione verso le pratiche virtuali. La black box non ha ancora convinto del tutto i consumatori, nonostante le possibilità di risparmio che essa garantisce. Anche qui, la falla del sistema starebbe nell’inefficacia dell’offerta assicurativa, ancora troppo obsoleta rispetto alle reali e manifeste esigenze degli utenti italiani.