Conto alla rovescia per la riforma della mediazione civile obbligatoria per le controversie condominiali e sull'assicurazione auto. Tra due giorni, il 21 marzo, partirà la seconda fase del provvedimento che vede coinvolte più di 500mila cause, per cui non si potrà andare direttamente dal giudice, ma si dovrà passare attraverso il filtro della mediazione civile.
La norma, dunque, si avvia alla verso la sua fase finale, ma la via della conciliazione tra i suoi sostenitori e i suoi oppositori non ancora stata imboccata. Il dibattito sul provvedimento dura ormai da più di un anno, cioè da quando è stato chiesto e accolto il rinvio della sua entrata in vigore nel 2011. Il 21 marzo rappresenta, appunto la scadenza di questo rinvio, anche se rimane acceso lo scontro tra ministero della Giustizia e mediatori, che sostengono la norma e gli avvocati che, invece, ne sono i principali detrattori.
La posizione del mondo dell'avvocatura si spiega guardando al peso che le controversie condominiali e le liti sull'assicurazione auto hanno per il fatturato degli avvocati, soprattutto al Sud. Per i contenziosi tra condomini si parla di circa 15mila cause, mentre per quelli riguardanti gli incidenti, tra competenza dei tribunali e dei giudici di pace, negli ultimi anni si parla di un numero che si aggira tra le 320 mila e le 350 mila cause all'anno.
Il passaggio alla mediazione civile obbligatoria dovrebbe spostare tutte queste cause dalle scrivanie degli avvocati a quelle dei mediatori, con un ovvio svantaggio per i primi rispetto ai secondi. I vantaggi della riforma, invece, dovrebbero vedersi nel fatto che si potranno trovare degli accordi più rapidi tra le parti senza ricorrere direttamente ai tribunali.
La polemica con gli avvocati non si placa. Il mondo dell'avvocatura, dopo aver mandato una lettera congiunta al Presidente del Consiglio la settimana scorsa in cui ha richiesto un altro rinvio della norma, mantiene irremovibilmente la sua posizione . "Gli avvocati - ha dichiarato il Consiglio nazionale forense - sono pronti e disponibili a sviluppare e diffondere, in tutte le sedi possibili, anche nelle Scuole Forensi degli Ordini, la mediazione facoltativa e la conciliazione quali rimedi alternativi al processo ed alla sentenza, con un approccio tecnico e culturale indispensabile che non può passare attraverso l'imposizione legislativa".