L'assicurazione auto non risarcisce il danno e la vittima dell'incidente è costretto a rimetterci a sue spese: capita spesso che, dopo aver dedicato tempo e passione per confrontare le assicurazioni auto e scegliere quella più adatta alle nostre esigenze, si incorra in un sinistro. Ma capita perfino che passino svariati mesi prima di poter ottenere il risarcimento danni a seguito di un incidente. Procedere per vie legali allora sembra l'unica soluzione, ma la paura di doversi trovare a pagare oltre al danno, anche le spese legali, spesso costituisce un vero e proprio deterrente per le compagnie. L'avvocato Antonio Benevento analizza i principali casi in cui di solito l'assicurazione auto non paga e spiega cosa fare per reagire.
L'assicurazione auto non paga perché non è scaduto il termine
Si tratta molto spesso una questione di tempistica: il D. Lgs 209/2005 assegna alle compagnie 60 giorni per risarcire i sinistri con soli danni a cose (ridotti a 30 se c'è doppia firma sul modulo blu); 90 giorni per i sinistri con lesioni (artt. 145 e ss. cod. ass.). Decorsi tali termini il danneggiato può iniziare un'azione legale.
L'assicurazione auto non paga perché non è disponibile il verbale
In caso di feriti anche lievi, le Forze dell'Ordine rilasciano dopo 120 giorni una Relazione di Incidente Stradale. La mancanza di questo verbale può essere adottato come motivazione per non pagare oppure per retribuire il danno al 50%. Anche qui quindi la tempistica diventa un fattore importante, che giustifica il fatto che, trascorsi ad esempio 60 giorni, non sia ancora arrivato il risarcimento dei danni. In questo caso non conviene adire a vie legali ma aspettare che si renda disponibile il verbale dell'incidente.
L'assicurazione non paga per problemi burocratici/organizzativi
Sempre di più purtroppo sono le pratiche che si arenano nel percorso burocratico: centri di liquidazione danni sottodimensionati o spesso affidati a intermediari che possono fare ben poco ai fini della liquidazione della pratica, costituiscono una significativa causa di stallo, soprattutto quando si parla di compagnie non proprio "leader". Questi limiti organizzativi interni alle assicurazioni stesse possono però essere sfruttati a proprio vantaggio: in caso sopraggiunga la scadenza prevista, non conviene fare causa, ma sollecitare per sbloccare la situazione: spesso i liquidatori riconoscono la colpa del ritardo e cercano di essere più flessibili nella trattativa.
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L'assicurazione non paga perché ritiene responsabile il richiedente
Quest'ultimo caso si ha quando la responsabilità può essere ripartita attraverso un concorso di colpa: l'assicurazione in questi casi tende a rifiutare il risarcimento. La prassi qui vuole che sia il danneggiato a fare pressione, palesando tutte le rilevanze giuridiche a proprio favore. Di solito questo sistema mette in condizioni la compagnia di cambiare atteggiamento, ma non sempre basta: talvolta si rende necessario insistere per molto tempo se non si vuole ricorrere in giudizio. Tuttavia se la compagnia non apre ad un compromesso, in questi casi rimane solo l'azione giudiziaria.
In questo caso sarà quindi necessario valutare la forza della posizione del danneggiato prima di avventurarsi in una causa dove ci si può rimettere anche le spese legali: la valutazione dev'essere operata non già in base allo svolgersi dei fatti, ma in base alle prove concrete che si hanno a proprio favore.
In questa situazione conviene dunque rivolgersi al proprio legale che farà tutte le valutazioni del caso e sarà lui stesso quindi a suggerire o meno l'azione giudiziaria. Se questi è d'accordo, specie per i casi più incerti, si può raggiungere un compromesso per cui solo se la causa va a buon fine scatta il compenso per l'avvocato.