In questi giorni si sta facendo un gran parlare del possibile ritorno del tacito rinnovo sull'assicurazione Rc auto. Vediamo cosa dice davvero il Ddl Concorrenza.
Torna il tacito rinnovo dell'assicurazione auto, e la polemica si scatena. Purtroppo, senza che molti abbiano compreso davvero che cosa stia avvenendo: la realtà, come vedremo, è che per la responsabilità civile dei veicoli a motore, ossia la polizza obbligatoria nota anche come Rc Auto, non cambierà proprio nulla. Proviamo a fare un po' di chiarezza.
Tacito rinnovo dell'assicurazione: di che si tratta?
Il tacito rinnovo della Rc Auto obbligatoria fu abolito il 13 dicembre 2012 dal Decreto Sviluppo del Governo Monti. Prima di quella data, allo scadere dei termini la polizza si rinnovava automaticamente.
Nel caso quindi avessi voluto cambiare compagnia per la Rc auto, quindi, avresti dovuto inviare una raccomandata di disdetta 15 giorni prima della data di scadenza del contratto. Poiché però la maggior parte degli automobilisti finiva per non ricordare in tempo la scadenza, una percentuale piuttosto elevata di polizze Rca veniva rinnovata semplicemente per dimenticanza o poca attenzione da parte dell'intestatario.
L'altra particolarità era che la clausola del tacito rinnovo era prevista solo per le compagnie assicurative tradizionali, ma non per quelle telematiche (con contratti sottoscritti via telefono o web). Ciò comportava un'enorme concorrenza in questo settore: ogni anno infatti le compagnie online dovevano trovare il modo di tenersi stretti i loro vecchi clienti, proponendo offerte per la Rc Auto sempre più competitive, per evitare di perdere i loro assicurati allo scadere dell'anno di contratto.
Insomma: c'era un mercato 'tradizionale' che poteva fare affidamento su un sistema, il tacito rinnovo, che garantiva ogni anno il rinnovo automatico di tantissimi contratti, ed un altro in cui invece la concorrenza fra le varie compagnie era necessariamente molto forte.
L'abolizione del tacito rinnovo per la Rc auto ha uniformato i due mercati, togliendo alle compagnie tradizionali uno strumento che permetteva loro di mantenere i prezzi su livelli più alti.
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Tacito rinnovo Rca e Ddl Concorrenza
Il testo originario del Ddl Concorrenza prevedeva l'abolizione del tacito rinnovo anche per le assicurazioni rami danni non obbligatorie. Prima del terzo passaggio del Ddl alla Camera, un emendamento in Commissione Finanze e Attività ha però cancellato questa estensione.
Da dove nasce allora l'accesa polemica di questi giorni? Innanzitutto, da un articolo in cui il direttore de Linkiesta, Francesco Cancellato, criticava con forza la decisione, parlando di "uno schiaffo ai consumatori". Cancellato sottolineava infatti come, dall'abolizione del tacito rinnovo, il premio medio per la Rca fosse sceso costantemente, con un ribasso da giugno 2012 a giugno 2016 di circa 80 euro. Un trend positivo, secondo il direttore de Linkiesta, che poteva essere esteso anche alle coperture non obbligatorie, favorendo ulteriormente la concorrenza ed il libero mercato.
Ma il vero nodo è forse il nome della promotrice dell'emendamento: la senatrice Laura Puppato, che ha un passato da imprenditrice nel ramo assicurativo. Il possibile conflitto di interessi ha infiammato gli animi, al punto tale che su moltissime testate e sui social si è cominciato a discutere di qualcosa che in realtà non sta avvenendo, ossia la reintroduzione del tacito rinnovo sulla Rca obbligatoria.
Le ragioni dell'emendamento contro l'abolizione del tacito rinnovo
La stessa Puppato ha poi risposto con una lettera al direttore de Linkiesta, in cui ha spiegato le ragioni dell'emendamento da lei proposto. Secondo la senatrice, i consumatori non avrebbero affatto beneficiato dell'abolizione del tacito rinnovo sui contratti delle assicurazioni danni non obbligatorie. Trattasi infatti di polizze molto personalizzate in base alle caratteristiche e alle esigenze del richiedente, per le quali in genere è conveniente per l'assicurato mantenere anno dopo anno le stesse condizioni, evitando rialzi di prezzo dovuti a sinistri o aggravamenti del rischio:
"Eliminare il tacito rinnovo per assicurazioni così peculiari che riguardano beni primari come la salute, la sicurezza, i propri fabbricati e l'attività imprenditoriale – ha spiegato la senatrice PD – significa dunque non garantire più la continuità della garanzia allo stesso costo. Il rischio concreto, infatti, è che dopo un anno il cliente si ritrovi con un contratto che è carta straccia, soprattutto non più rinnovabile alle medesime condizioni".
Secondo la Puppato, abolire il tacito rinnovo per il ramo danni avrebbe insomma ridotto le possibilità per i consumatori. I contratti ad oggi disponibili per questo settore sono infatti quattro: temporanei, annuali con o senza tacito rinnovo oppure pluriennali. Il contratto annuale con tacito rinnovo è per la senatrice, che vanta una lunga esperienza nel campo, uno dei più convenienti perché consente di avere una buona copertura ad un prezzo fisso, senza però vincolare l'assicurato alla compagnia per periodi troppo lunghi. Per questo, ha spiegato, ha scelto di cancellare l'estensione dell'abolizione, che avrebbe finito per favorire soltanto le grandi compagnie assicurative.