È polemica tra Stefano Mannacio, presidente del Cupsit (l'associazione dei patrocinatori stragiudiziali) e l'Ania (l'associazione nazionale delle compagnie assicuratrici italiane) in merito al contenuto dell'audizione camerale del suo presidente Minucci, sul tema dell'assicurazione auto.
Il numero uno del Cupsit ha riportato le dichiarazioni dell'Ania, secondo la quale i premi per l'assicurazione auto sono calati del 4,4% su base annua anche per merito della normativa che ha stretto la morsa intorno ai controlli sui lievi danni alla persona (pretendendo l'accertamento clinico e strumentale per poter essere risarciti dalle compagnie).
L'Ania avrebbe inoltre auspicato un controllo più intensivo circa presunti tatticismi messi in atto dalle agenzie di infortunistica e dagli studi legali che comprometterebbero l'efficacia del provvedimento legislativo.
Il presidente dei patrocinatori stragiudiziali (cioè gli esperti di infortunistica che operano valutazioni in merito alla fattibilità e alla richiesta dei risarcimenti) ha ammesso la sussistenza di frodi e speculazioni nel mercato assicurativo, così come in ogni altro ambito della società moderna. Tuttavia le precise accuse di Ania costituiscono secondo Mannacio un vero insulto per le categorie degli studi legali e di infortunistica, accusati di danneggiare il ramo dell'RC auto.
Il Cupsit ritiene che l'intento delle compagnie assicurative sia liberare il proprio campo d'azione da ogni interferenza, arrogandosi il diritto di stabilire se e quanto risarcire. Nell'attesa di una replica da parte di Ania, Mannacio conclude invitando il legislatore ad esprimersi sull'antitrust assicurativo e a definire meglio le modalità di accertamento e rimborso dei sinistri delle assicurazioni auto, troppo spesso lasciati in delega ad anonimi call center.