Da una parte l'internet-dipendenza, dall'altra l'analfabetismo informatico. Da un lato l'evoluzione del digitale che assorbe e modifica tutto ciò che tocca, dall'altro una rilevante fetta di popolazione ai margini o del tutto esclusa da tali processi. La necessità di disporre di una linea efficiente, l'abitudine a porre le tariffe ADSL migliori a confronto alla ricerca della soluzione più efficace, ha in italia il suo controaltare nell'arretratezza di un target escluso dal rinnovamento totale della società in formato virtuale.
Così l'Italia si scopre arretrata per ciò che concerne l'uso di internet. O si riscopre, per meglio dire. E conferma un'arretratezza cronicizzata da tempo che la rende seconda, non solo alle superpotenze mondiali, ma alla stragrande maggioranza degli stati membri delll'UE. La possibilità di porre i prodotti TeleTu a confronto con quelli di Fastweb, Alice ecc., aiuta a risparmiare, ma le difficoltà strutturali richiedono risposte ancora più significative, che deve essere lo Stato a produrre.
I dati dell'Unione Europea contenuti nell'ultimo Digital Agenda Scoreboard pongono l'Italia tra le nazioni più deboli in relazione all'uso di internet, in compagnia di Grecia, Bulgaria e Romania. Prendendo in considerazione la fascia forte compresa fra i 16 e i 74 anni, nel 2013 il 56% degli italiani ha utilizzato abitualmente internet, a fronte di una media UE pari al 72% e con una differenza intorno al 30% rispetto alla Gran Bretagna. Secondo gli obiettivi dell'agenda digitale europea, l'obiettivo è raggiungere il 75% entro la fine del 2015, un traguardo ad oggi utopistico.
Nel Belpaese, appena il 20% della popolazione nel 2013 ha utilizzato la rete per acquistare beni e servizi. Qui la Gran Bretagna registra il 77%, la Germania il 69%, la Francia il 59%, la Spagna il 32%. L'obiettivo minimo prefissato dall'UE è raggiungere il 50%, e anche qui siamo lontanissimi.
L'Italia cresce, ma non abbastanza. In relazione all'uso di internet, gli utenti abituali sono aumentati, tra il 2012 e il 2013, di soli 3 punti percentuali. Gli utenti che hanno utilizzato piattaforme e-commerce, nello stesso periodo sono passati dal 12 al 20%. È evidente che la strada è ancora lunghissima. E in salita.