Le nuove generazioni sono forse le meno impressionabili in fatto di nuove tecnologie e rivoluzioni digitali. Comprensibile, considerato che sono nate quando il computer aveva raggiunto già quasi tutte le scrivanie. E oramai Internet è diventato sempre più accessibile. Oggi infatti mettendo le tariffe di Infostrada a confronto con quelle di Telecom e così via, si può trovare un'offerta vantaggiosa e conveniente.
Immersi fin da piccoli nel "world wide web", i cosiddetti nativi digitali, però, non sono così tanti come ci si aspetterebbe. Malgrado, come già detto, la soglia di accessibilità si sia alzata e malgrado il fatto che è possibile connettersi al web anche in mobilità: basta trovare una chiavetta internet conveniente e adatta alle nostre esigenze o un piano dati per il nostro smartphone e il gioco è fatto.
Secondo uno studio realizzato dall'International Telecommunicatin Union (Itu, agenzia Onu che si occupa di Tlc e Internet) in collaborazione con il Georgia Institute of Technology, i nativi digitali sono il 5,2% della popolazione mondiale, ovvero circa il 30% dei giovani tra i 15 e i 24 anni.
Ma la ricerca non si ferma qui: i nativi digitali sono stati "localizzati" e adesso è disponibile una mappatura dei giovani nati sotto il segno di Internet. I più numerosi sono i giovani giapponesi nati dopo il 2000, che raggiungono il 99,9%, insieme ai piccoli sudcoreani, finlandesi, danesi e olandesi.
In seconda posizione invece si piazzano i ragazzi del Nord e Sud America, dove i nativi digitali sono la quasi totalità (96%). Non a caso questi, oltre ad essere più ricchi in rapporto alla popolazione e con più risorse tecnologiche, sono i paesi destinati alla leadership nel mercato digitale del futuro. L'Islanda (13,9%), gli Stati Uniti (13,9%) e la Malesia (13,4%) ne sono un esempio.
Di contro i paesi più poveri sono anche quelli dove si riscontra una minore percentuale di nativi digitali. Africa e Asia, quindi, anche se nei paesi del terzo mondo negli ultimi 5 anni si sono compiuti passi significativi, tanto da far prevedere un aumento del 50% degli attuali nativi digitali entro il 2017.