Finalmente la scuola italiana diventerà tecnologica a partire da settembre. La scuola sarà sempre più a misura della nuova generazione di studenti. Addio alle vecchie lavagna con gessetti, ai quaderni, alle penne e alle classiche lezioni monotone. Infatti il tutto diventerà interattivo con l'adozione di tablet per studenti e lavagne multimediali di ultima generazione.
Recenti dati nazionali dell' Ocse hanno evidenziato un ritardo sostanziale della scuola italiana per quanto riguarda l'adozione di risorse tecnologiche, rispetto agli altri paesi europei. Infatti il piano 2007 per la scuola, nonostante ben studiato, non ha mai avuto inizio a causa della scarsa disponibilità di fondi.
Pier Cesare Rivoltella, professore ordinario di Didattica e tecnologie dell'istruzione presso l'università Cattolica di Milano afferma: "Le tecnologie digitali non servono a modificare deterministicamente gli apprendimenti degli studenti: se inserite nella scuola con un corretto processo servono a destabilizzare le vecchie pratiche didattiche favorendo l'innovazione e la riduzione del gap di cultura tra scuola e sistema sociale; in questo modo, una scuola più vicina al mondo degli studenti e una didattica più efficace e aggiornata finiscono per creare le migliori condizioni anche per gli apprendimenti maggiormente significativi".
Ma come mai quest'improvviso rinnovamento della scuola? Effetti del nuovo governo o altro? Sicuramente "altro". Infatti questo passo avanti per l'Italia non nasce da meriti politici, ma da un progetto internazionale della multinazionale Samsung chiamato "Smart Future", nato per favorire la digitalizzazione nelle scuole. Carlo Barlocco, vice presidente Samsung Italia, ne illustra gli obiettivi: "Ci stiamo impegnando sempre di più in iniziative per contribuire allo sviluppo sociale ed economico dei territori nei quali siamo presenti. Smart Future rientra all'interno dei questa strategia: quella di creare valore attraverso l'innovazione per migliorare la società e la qualità di vita degli individui".
Questo progetto ha lo scopo di realizzare della classi digitali in circa 300 scuole italiane, nel corso di tre anni, le prime 50 entro la fine dell'anno. Quindi ambienti educativi integrati e personalizzabili in base alle necessità per offrire un'esperienza più ricca e stimolante rispetto alla classica lezione frontale e alla didattica tradizionale basata solo sul cartaceo.
Questo progetto prevede anche la nascita di un Osservatorio sui media digitali a scuola, presso il Cremit (Centro di ricerca sull'educazione ai media, all'informazione e alla tecnologia) della Cattolica, che avrà il compito di monitorare lo sviluppo di questo progetto, gli effetti da esso apportati nel insegnamento e l'impatto sugli studenti.