L'Italia è quartultima nella classifica europea per l'utilizzo di internet. A dirlo è l'Istat, secondo cui nel nostro Paese solo il 54,8% della popolazione naviga sul web almeno una volta a settimana. La rete, nelle nostre città, tuttavia si diffonde sempre più grazie alle offerte di Infostrada, Tiscali e degli altri operatori che propongono prezzi sempre più bassi.
Secondo l'ultima ricerca dell'Istat in questo settore, quindi, l'Italia manifesta un ritardo tecnologico evidente rispetto ai paesi del nord Europa. E questo nonostante oggi le principali compagnie telefoniche come Telecom, Fastweb o Vodafone Casa stiano investendo sulle infrastrutture per offrire prodotti sempre più efficienti e competitivi sul mercato.
Questa situazione dell'Italia, sempre in base a quanto si legge nel documento dell'istituto nazionale di statistica, non è dovuta tanto alla mancanza di infrastrutture (che comunque è un fattore rilevante, soprattutto nel sud Italia), quanto alle abitudine della popolazione: sono i giovani tra i 15 e i 24 anni a trainare l'utilizzo di internet, mentre gli anziani, anche a causa della minore dimestichezza con tablet e smartphone, finiscono per abbassare notevolmente la media di connessioni alla rete.
Secondo i dati pubblicati, la fascia dei giovani, grazie anche all'utilizzo dei social network, ha incrementano notevolmente la quota di utenti attivi di internet: "Le nuove generazioni utilizzano maggiormente Internet: quasi 9 giovani su 10 tra i 15 e i 24 anni si connettono ad internet, più della metà lo fa tutti i giorni", si legge nel rapporto.
Inoltre si evidenzia anche una differenziazione territoriale in quanto "i valori relativi all'utilizzo quotidiano della rete mostrano come la maggior parte delle regioni del Centro e del Nord siano in linea o superiori al valore nazionale (33,5 per cento); le regioni del Mezzogiorno presentano valori più contenuti dovuti anche alla differente dotazione infrastrutturale". A Bolzano, per esempio, si raggiunge il 65,1%, mentre in Campania i valori si aggirano intorno al 44,2%.
Infine si rilevano anche differenze di genere che, se rimangono piuttosto contentute nella fascia 11-34 anni, si accentuano invece tra i 45 e i 74 anni dove si riscontra una netta prevalenza maschile (60,2% contro il 49,7% di utilizzo da parte delle donne).