Problemi imprevisti per Samsung e il suo nuovo Galaxy Note 3. Secondo il sito Ars Technica alla base delle straordinarie prestazioni ottenuti nei benchmark ci sarebbe un inganno, ovvero un trucco per aumentare le performance nei test.
Già nell'aprile scorso, quando apparve sul mercato il Samsung Galaxy S4, la casa sudcoreana era stata accusata di barare sui test ma poi la polemica si era smorzata rapidamente. Ora invece le accuse sono ancora più gravi. Cosa è successo? Durante i test benchmark è stato messo a confronto il processore CPU Snapdragon 800 da 2,3 GHz che alimenta oltre al Galaxy Note 3 anche LG G2.
I risultati avrebbero dovuto essere uguali trattandosi dello stesso processore e invece, a sorpresa, le performance del processore montato sul Galaxy Note 3 sono stati decisamente migliori. Questo si spiega, in parole povere, con un inganno: in pratica il processore sarebbe abilitato a funzionare sempre in alta frequenza (2,3 GHZ) solo nei test severi di benchmark (ad esempio Geekbench, Quadrant, GFXBench e altri) per poi ritornare ad essere un processore normale in tutte le altre applicazioni.
Se questo dovesse essere provato senza ombra di dubbio Samsung farebbe una figuraccia mondiale che potrebbe ledere il patto di fiducia tra l'azienda e il cliente. Presentare un dispositivo con qualità che non ha è moralmente inaccettabile soprattutto se poi le false informazioni sono usate per esaltare la potenza del device rispetto alla concorrenza.
Attendiamo una risposta pronta e veritiera di Samsung: i suoi smartphone sono costosi e l'utente dovrebbe conoscere esattamente le prestazioni del dispositivo per valutare al meglio tutte le offerte in maniera limpida.