I piani che il Governo italiano ha varato, con l'aiuto dell'Unione Europea, per allargare la copertura della banda ultra larga nel nostro Paese vedono Enel al centro del progetto, chiamato Enel Open Fiber. La società energetica ha preso in mano la situazione grazie alla vasta rete elettrica che può utilizzare per velocizzare i lavori di cablaggio. Dal progetto, però, sono rimaste fuori alcune grandi aziende di telecomunicazione interessate agli incentivi per investire nella fibra ottica. Per questo, TIM ha deciso di rispondere a Enel Open Fiber alleandosi con Fastweb per realizzare una rete nazionale su tecnologia FTTH (Fiber To The Home). L'obiettivo è portare nelle case di milioni di italiani una connessione che raggiunga 1Gbit/s di velocità.
Fibra ottica: il progetto di TIM e Fastweb
L'accordo tra TIM e Fastweb prevede la creazione di una società co-partecipata (80% da TIM e 20% da Fastweb) che ha l'obiettivo di cablare 3 milioni di abitazioni in 29 città già coperte dalla fibra ottica FTTC (Fiber To The Cabinet), ovvero che arriva all'armadio stradale. Il tutto entro il 2020, stanziando un investimento complessivo di 1,2 miliardi di euro. La società così creata realizzerà le opere civili e di posa della rete in fibra ottica lungo la rete secondaria (dagli armadi di strada sino alla casa del cliente).
In questo modo, i due operatori potranno condividere i costi, stabilire gli standard di qualità e offrire servizi sempre più performanti. In più, sia TIM che Fastweb forniranno servizi di accesso all'ingrosso a banda ultralarga, aumentando il livello di competizione di questo mercato.
Ma gli accordi non si fermano qui: TIM acquisirà nei prossimi 18 mesi le infrastrutture con fibra ottica FTTH di Fastweb. Così, verranno collegate alla rete Telecom circa 650mila unità immobiliari in 6 città. Gli sforzi creati dall'unione tra TIM e Fastweb vogliono permettere all'Italia di centrare gli obiettivi dell'Agenda Digitale Europea anche prima del termine indicato dalla UE, ovvero il 2020.
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Banda ultra larga: il progetto Enel Open Fiber
Dall'altra parte ci sono il Governo italiano e Enel Energia. L'Unione Europea ha stabilito come limite per ottenere gli aiuti e gli incentivi alla diffusione della banda ultra larga il 2020. Il progetto dello Stato italiano è ambizioso: portare una connessione da almeno 30Mbit/s al 100% della popolazione e da almeno 100Mbit/S al 50%. Per farlo, si utilizzerà la strategia di Enel Energia: utilizzare la rete elettrica nazionale di sua proprietà per velocizzare i lavori di cablaggio di strade e abitazioni.
In questo modo, si cerca anche di ridurre i costi di impianto e dei lavori che si renderanno necessari per completare il progetto. Infatti, l'Italia parte da una situazione ben al di sotto della media europea riguardo la copertura della fibra ottica. Il progetto di Enel è quindi un'opportunità che sposa la necessità italiana di creare una rete di banda ultra larga migliore e più capillare ma, nel contempo, di risparmiare il più possibile nel costruirla.
Enel ha così creato Enel Open Fiber, la società che si occuperà di posare la nuova infrastruttura in fibra ottica. Tramite un investimento di 2,5 miliardi di euro, la rete ad alta velocità raggiungerà 224 città italiane (circa 7,5 milioni di abitazioni). Fanno parte del progetto anche Wind e Vodafone, che saranno i primi operatori a offrire la connessione attraverso la nuova rete Enel. Le prime città italiane in cui inizieranno i lavori sono Bari, Perugia, Cagliari, Venezia e Catania.
Per adesso, Enel Open Fiber lavorerà solo sui cosiddetti cluster A e B, ovvero quelle zone di territorio da cui è garantito un ritorno economico sull'investimento. Per i cluster C e D, ovvero le zone del paese considerate "a fallimento" di mercato, verrà costruita una rete di proprietà pubblica.