Esprimere cosa rappresenti oggi internet nelle dinamiche mondiali è davvero complicato. Un fattore di inclusione/esclusione, un principio regolatore, un mondo parallelo. Tutto e niente di tuttò ciò; innanzitutto, è uno dei principali diritti dell'uomo. E gli italiani lo sanno. Chiunque ormai possiede un accesso web, inoltre la possibilità di porre le tariffe ADSL migliori a confronto non fa che agevolare il processo di digitalizzazione degli spazi.
L'oceano di alternative tra cui scegliere permette una gamma infinita di possibilità, fra pacchetti e soluzioni del tutto differenti fra loro, al punto che mettere i prodotti Alice a confronto con quelli di Fastewb o TeleTu diventa l'unico modo per riuscire a capirci qualcosa e selezionare con maggior cura la propria forma di partecipazione allo spazio del tutto e ora.
Il web non più come un'opportunità, una soluzione in più, ma come un vero e proprio diritto, un elemento di differenziazione fra chi c'è e chi non c'è, tra chi partecipa e chi no al meccanismo di utenza partecipata del web. A pensarla così è l'80% della popolazione italiana, secondo cui il web è uno dei diritti dell'uomo, al pari dello studio e della sanità.
A rivelarlo è una ricerca di Ipsos, condotta in Italia per conto di CIGI, che ha effettuato una ricerca analoga in altri 23 Paesi del mondo. Secondo il 63% degli italiani, inoltre, il web avrà un ruolo chiave per il futuro economico dell'intero pianeta. Gli italiani si dimostrano però leggermente intimiditi dai rischi della rete: il 55% teme per la propria privacy, il 69% ha paura di subire un furto di dati bancari, il 71% diquelli personali.
A livello globale, la concezione italiana è in linea con la media degli altri paesi. L'83% della popolazione mondiale, infatti, ritiene la rete uno dei diritti dell'uomo, percentuale che sale fino all'89% in Medio Oriente e Africa.