Dotarsi di una connessione Internet ai giorni nostri è essenziale per essere sempre in contatto con il mondo esterno. Ed è ormai semplicissimo: infatti mettendo le tariffe di Telecom a confronto con quelle di Infostrada e così via, si può trovare un'offerta vantaggiosa e conveniente che rispetti le nostre esigenze.
Navigare ad alta velocità, però, è un altro paio di maniche. Maggiore è l'uso che facciamo di Internet e maggiore diventa la nostra esigenza di velocità di connessione, per questo la fibra ottica è sempre stata considerata un'ottima soluzione, da cercare magari valutando i prodotti di Fastweb, leader nel settore.
Eppure, il Rapporto Akamai relativo allo Stato di Internet del quarto trimestre 2013 rivela che a utilizzare connessioni sopra i 10 Mbps sono soltanto il 4,9% degli italiani. E questo, per quanto riguarda la velocità di connessione, ci classifica 40esimi su 51 paesi, dopo gran parte dell'Eurozona.
Malgrado l'aumento del 30% delle connessioni in fibra ottica, i numeri parlano del forte ritardo dell'Italia di adeguarsi ai nuovi scenari tecnologici. Tuttavia, la banda larga nel nostro paese ha registrato un incremento del 78% rispetto allo scorso anno, continuando a crescere di una percentuale superiore al 10% di trimestre in trimestre. Per questo tipo di connessioni, l'Italia resta stabile con un tasso di adozione del 57%, collocandosi al 38esimo posto in area Emea, subito dopo la Slovacchia.
I dati Akamai registrano una velocità media di connessione a livello globale di 23,2 Mpbs, grazie all'aumento nel quarto trimestre di ben 30%. In questo scenario, l'Italia ugualmente si guadagna un + 25% rispetto all'anno precedente, assestando la velocità media di connessione a 5,3 Mbps: 46esima in area Emea.
Bisogna infatti considerare che anche i nostri massimali in fatto di velocità di connessione sono sotto la media globale (21,6 Mbps in Italia) e anche in questo campo ci guadagniamo il fondo della classifica Emea, ovvero il 69esimo. Passi avanti sono stati fatti e lo dimostrano l'aumento delle percentuali, ma questo non ci porta ancora a raggiungere le medie globali e nemmeno quelle europee.
Piccola curiosità: l'indagine di Akamai si occupa anche di registrare gli attacchi informatici. La Cina risulta la principale fonte di minaccia in senso globale (frequenza di minaccia che sale dal 35% al 43%), seguita da Stati Uniti (19%) e Canada, dove gli attacchi sono 25 volte più frequenti rispetto al trimestre precedente. L'Europa intera registra invece l'11% degli attacchi, di cui solo lo 0,4% partito dall'Italia.