Sono sempre di più i consumatori che, oltre a voler chiamare con il proprio numero di telefono fisso, si mettono a cercare offerte ADSL convenienti per navigare comodamente da casa: un servizio che offre moltissime comodità ma presenta anche delle insidie per il consumatore distratto. Ma perché?
Nonostante la ricerca della tariffa più vantaggiosa, scelta magari attraverso il confronto dei prodotti Fastweb con quelli degli altri operatori, può accadere che pochi gesti disattenti riescano a compromettere i buoni risultati della caccia alla minor spesa, riservandoci sgradite sorprese in bolletta.
Si tratta di quei costi non identificabili chiaramente all'interno della bolletta salata che l'operatore ci presenta: sono nomi a volte strani, non pertinenti al tipo di ricerche che abbiamo fatto su internet e che comunque sono in grado di rovinarci la giornata. In poche parole, sono i cosiddetti servizi non richiesti.
Come ci vengono addebitati? È semplice: basta distrarsi un momento e magari durante la navigazione online cliccare su un link, anche semplicemente sfiorandolo con il mouse. Cosa fare quindi se abbiamo il sospetto di esser caduti nella trappola?
Innanzitutto sarà bene ricordare di evitare i banner pubblicitari sospetti per evitare l'attivazione dell'abbonamento.
Inoltre, bisogna aver cura di tenere sotto controllo la bolletta e di contattare il nostro operatore se troviamo addebiti sospetti: una telefonata al call center può risolvere spesso il problema, aiutandoci a disattivare subito il servizio non richiesto.
Infine inviare un reclamo scritto all'operatore telefonico, chiedendo chiaramente la disattivazione del servizio e chiedendo un rimborso. Se la risposta non arriverà entro 40 giorni, ci si potrà appellare all'assistenza legale di Altroconsumo e avviare una procedura di conciliazione, oppure rivolgersi al Co.Re.Com., il Comitato Regionale per le Comunicazioni.
La buona notizia è che però a breve, dopo l'azione non troppo soddisfacente di Agcom, l'Antitrust ritornerà sulle pratiche commerciali scorrette e la pubblicità ingannevole. Dal 14 giugno infatti tornerà a dispensare multe grazie alla decisione del decreto della Presidenza del Consiglio che applica così la direttiva europea 2011/83/UE sui nuovi diritti dei consumatori.